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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma condanna

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 26 maggio 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello de L’Aquila. A seguito della decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma a favore della Cassa delle ammende, rendendo definitiva la precedente condanna.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta

La Corte di Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma il suo accesso è tutt’altro che scontato. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare il concetto di ricorso inammissibile e le sue pesanti conseguenze. Il caso riguarda un imputato che, dopo una condanna della Corte d’Appello, ha tentato la via del ricorso supremo, vedendoselo però respingere per inammissibilità. Questa decisione non solo rende la condanna definitiva ma comporta anche ulteriori oneri economici.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di L’Aquila in data 9 settembre 2024. Avverso tale decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, sperando in una riforma della sentenza a lui sfavorevole. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte, che ha fissato l’udienza per il 26 maggio 2025.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa statuizione ha avuto due effetti immediati e gravosi per il ricorrente:

1. Condanna alle spese processuali: L’imputato è stato obbligato a pagare tutti i costi relativi al procedimento dinanzi alla Cassazione.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: È stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria che si aggiunge alle spese processuali.

La dichiarazione di inammissibilità ha, di fatto, impedito alla Corte di entrare nel merito della questione, cristallizzando la sentenza della Corte d’Appello e rendendola definitiva.

Le Motivazioni

Sebbene l’ordinanza in esame sia molto sintetica e non espliciti i motivi specifici della decisione, possiamo delineare le ragioni generali che conducono a una dichiarazione di ricorso inammissibile in Cassazione. La Suprema Corte non è un giudice di terzo grado dove si può riesaminare l’intera vicenda. Il suo compito è quello di verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Pertanto, un ricorso è generalmente dichiarato inammissibile quando:

* I motivi sono generici: L’atto non specifica in modo chiaro e puntuale quali norme di legge sarebbero state violate o quali vizi logici affliggerebbero la motivazione.
* Si ripropongono questioni di fatto: Il ricorrente tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione delle prove (es. l’attendibilità di un testimone), compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado.
* Vi sono vizi di forma: L’atto di ricorso non rispetta i requisiti formali prescritti dal codice di procedura penale.

In questo caso, è altamente probabile che il ricorso presentato mancasse di uno o più di questi requisiti fondamentali, portando la Corte a rigettarlo senza alcuna discussione sul merito.

Le Conclusioni

La vicenda sottolinea un principio cruciale del nostro sistema giudiziario: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, riservato a censure di legittimità e non a un riesame dei fatti. La dichiarazione di inammissibilità non è una mera formalità, ma una decisione che comporta la definitiva chiusura del processo e l’imposizione di sanzioni economiche significative. Questo serve a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate, garantendo che l’organo supremo della giurisdizione possa concentrarsi sui casi che sollevano reali questioni di diritto. Per l’imputato, la conseguenza è la definitiva esecutività della condanna stabilita dalla Corte d’Appello.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non ha nemmeno esaminato il contenuto della richiesta (il merito), ma l’ha respinta perché presentava vizi procedurali, di forma o perché i motivi addotti non rientravano tra quelli consentiti dalla legge per un ricorso in Cassazione.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa è una sanzione pecuniaria prevista dalla legge in caso di inammissibilità del ricorso. Ha una funzione dissuasiva, per scoraggiare la presentazione di impugnazioni ritenute infondate o presentate solo per ritardare l’esecuzione della pena.

Qual è la conseguenza principale di una dichiarazione di inammissibilità in Cassazione?
La conseguenza principale è che la sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello, diventa definitiva e non può più essere contestata. L’imputato deve quindi scontare la pena stabilita in quella sede.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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