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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma

Con ordinanza del 21 febbraio 2025, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da un individuo contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende, confermando la chiusura definitiva del procedimento senza un esame nel merito.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude le Porte

L’ordinanza della Corte di Cassazione che analizziamo oggi offre uno spunto fondamentale per comprendere un concetto chiave della procedura penale: il ricorso inammissibile. Con una decisione secca e perentoria, la Suprema Corte ha respinto un ricorso, condannando il proponente a conseguenze economiche non trascurabili. Questo caso ci permette di illustrare cosa accade quando un’impugnazione non supera il primo vaglio di ammissibilità e quali sono le implicazioni pratiche per chi decide di adire l’ultimo grado di giudizio.

I Fatti del Caso

I dettagli specifici della vicenda processuale non emergono dall’ordinanza, che si concentra unicamente sull’aspetto procedurale. Sappiamo che un individuo ha proposto ricorso per Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 29 maggio 2024. Il ricorso, tuttavia, non ha superato il filtro preliminare di ammissibilità, portando la Settima Sezione Penale della Corte a pronunciarsi con una decisione di rito che ha interrotto bruscamente l’iter giudiziario.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 21 febbraio 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa formula significa che i giudici non sono entrati nel merito della questione. Non hanno valutato se la sentenza della Corte d’Appello fosse giusta o sbagliata, né hanno analizzato le argomentazioni difensive. La decisione si è fermata a un livello precedente, quello del rispetto delle regole formali e sostanziali che disciplinano l’accesso al giudizio di legittimità.

Contestualmente alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha adottato due provvedimenti consequenziali a carico del ricorrente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: una conseguenza tipica della soccombenza.
2. Condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende: una sanzione pecuniaria prevista specificamente dalla legge per i casi di inammissibilità del ricorso, volta a scoraggiare impugnazioni pretestuose o palesemente infondate.

Le Motivazioni dell’Inammissibilità

Sebbene l’ordinanza non espliciti i motivi specifici che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile (essendo una pronuncia molto sintetica), possiamo ipotizzare le cause più comuni. Un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, come la presentazione oltre i termini di legge, la mancanza dei motivi specifici richiesti dal codice di procedura penale (che devono essere motivi di legittimità e non di merito), o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, attività preclusa alla Suprema Corte. La pronuncia di inammissibilità sanziona, in sostanza, la violazione delle ‘regole del gioco’ per accedere al giudizio di Cassazione.

Le Conclusioni: Conseguenze Pratiche

Questa ordinanza è un monito chiaro: adire la Corte di Cassazione non è una formalità. La declaratoria di ricorso inammissibile non è un evento neutro, ma comporta precise e onerose conseguenze economiche. Oltre a vedersi preclusa ogni possibilità di revisione della sentenza impugnata, il ricorrente subisce una sanzione pecuniaria che si aggiunge alle spese legali. È quindi cruciale, prima di intraprendere un’impugnazione, una valutazione attenta e professionale da parte del difensore circa la sussistenza dei presupposti di ammissibilità, per evitare che il tentativo di ottenere giustizia si trasformi in un ulteriore aggravio economico.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione perché l’atto di impugnazione non rispetta i requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge per essere giudicato.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base a questa ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma pecuniaria, in questo caso di 3.000 euro, a favore della Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione ha analizzato se la sentenza di secondo grado fosse corretta?
No, la dichiarazione di inammissibilità impedisce alla Corte di Cassazione di entrare nel merito della vicenda e di valutare la correttezza della decisione della Corte d’Appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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