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Ricorso inammissibile: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. La decisione si fonda sul principio che la valutazione del giudice di merito è insindacabile se non viziata da arbitrarietà o manifesta illogicità. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 9 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude Definitivamente la Porta

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di come e perché un’impugnazione possa essere respinta senza un esame del merito, definendo il ricorso inammissibile. Questa decisione sottolinea i limiti del sindacato di legittimità della Suprema Corte e le conseguenze per chi presenta un ricorso privo dei presupposti richiesti. Analizziamo i dettagli del caso per comprendere i principi applicati.

I Fatti del Caso

Una persona ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 18 marzo 2024. L’obiettivo della ricorrente era ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, contestandone le conclusioni. Il caso è stato quindi sottoposto al vaglio della settima sezione penale della Suprema Corte per valutarne, prima di tutto, l’ammissibilità.

La Decisione: la Dichiarazione di Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver sentito la relazione del Consigliere e dato avviso alle parti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale esito non entra nel merito della questione (cioè non stabilisce chi ha torto o ragione sui fatti), ma si ferma a un livello precedente, quello procedurale. La Corte ha stabilito che la decisione impugnata non presentava i vizi necessari per poter essere riesaminata in sede di legittimità.

Le Motivazioni

Il cuore della motivazione risiede in un principio fondamentale del nostro ordinamento: il ruolo della Corte di Cassazione. La Suprema Corte non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione della sentenza impugnata.

Nel caso specifico, i giudici hanno affermato che la determinazione della Corte d’Appello era “incensurabile” (cioè non criticabile) perché non era “frutto di arbitrio” né “assistita da motivazione manifestamente illogica”. In altre parole, la decisione dei giudici di merito, pur potendo essere non condivisa dalla ricorrente, era stata argomentata in modo coerente e non arbitrario. Mancando questi presupposti, il ricorso non poteva superare il vaglio di ammissibilità.

Le Conclusioni

Le conseguenze pratiche di questa decisione sono duplici. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello di Venezia diventa definitiva. In secondo luogo, la ricorrente è stata condannata a sostenere i costi del procedimento. La Corte ha infatti disposto il pagamento delle spese processuali e il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di inammissibilità del ricorso, volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. Questa ordinanza ribadisce che l’accesso alla Corte di Cassazione è riservato a censure di legittimità precise e non a un generico tentativo di ottenere una nuova valutazione del caso.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che il ricorso non può essere esaminato nel merito perché manca dei presupposti richiesti dalla legge. Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto la decisione impugnata non arbitraria né manifestamente illogica, e quindi non sindacabile in sede di legittimità.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte il cui ricorso è dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione alla Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata in tremila euro.

Perché la Corte di Cassazione non ha riesaminato i fatti del caso?
Perché il suo ruolo non è quello di un giudice di merito, ma di legittimità. La Corte non valuta nuovamente le prove, ma si limita a controllare che la legge sia stata applicata correttamente e che la motivazione della sentenza impugnata sia logica e non contraddittoria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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