Ricorso Inammissibile in Cassazione: Cosa Significa e Quali Sono le Conseguenze
Quando si impugna una sentenza, l’ultimo grado di giudizio è rappresentato dalla Corte di Cassazione. Tuttavia, non tutti gli appelli vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente ci offre lo spunto per analizzare il concetto di ricorso inammissibile e le significative conseguenze, soprattutto economiche, che ne derivano per chi lo propone.
I Fatti del Caso
Un soggetto, a seguito di una condanna emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 18 marzo 2024, ha deciso di presentare ricorso alla Suprema Corte di Cassazione. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere l’annullamento o la riforma della sentenza di secondo grado. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Corte.
La Decisione della Corte di Cassazione
La Corte Suprema, riunitasi in camera di consiglio l’8 gennaio 2025, ha emesso un’ordinanza con una decisione netta e perentoria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa pronuncia impedisce alla Corte di entrare nel vivo della questione e di valutare se le doglianze del ricorrente fossero fondate o meno. La decisione della Corte d’Appello, di conseguenza, è diventata definitiva.
Conseguenze Economiche del Ricorso Inammissibile
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. Al contrario, il provvedimento ha comportato due sanzioni economiche a carico del ricorrente:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: il ricorrente deve farsi carico dei costi relativi al procedimento in Cassazione.
2. Versamento alla Cassa delle ammende: la Corte ha inoltre condannato il ricorrente a versare la somma di tremila euro a favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle norme procedurali, che congestionano inutilmente il lavoro della Suprema Corte.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è molto sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a considerare il ricorso inammissibile. Tuttavia, nella prassi giudiziaria, le cause di inammissibilità sono ben definite dalla legge. Possono includere, ad esempio, la presentazione del ricorso oltre i termini previsti, la mancanza di motivi specifici e pertinenti previsti per il giudizio di Cassazione (che è un giudizio di legittimità e non di merito), o vizi formali nella redazione dell’atto. La decisione di condannare il ricorrente anche al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende suggerisce che la Corte abbia ravvisato una manifesta infondatezza o una colpa nella proposizione dell’impugnazione.
Le Conclusioni
Questa vicenda sottolinea un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso in Cassazione è un rimedio eccezionale, limitato alla denuncia di specifici errori di diritto. Un’impugnazione avventata o priva dei requisiti di legge non solo non porta al risultato sperato, ma espone il ricorrente a conseguenze economiche rilevanti. La condanna al pagamento di una sanzione a favore della Cassa delle ammende serve proprio a tutelare l’efficienza del sistema giudiziario, sanzionando l’abuso dello strumento processuale e destinando le risorse a fini socialmente utili, come il miglioramento del sistema penitenziario.
Cosa significa che un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione perché il ricorso non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha proposto il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata quantificata in tremila euro.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione pecuniaria è prevista per legge e ha lo scopo di disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, dilatori o presentati senza la dovuta diligenza, che causano un inutile dispendio di risorse per il sistema giudiziario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 16049 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 16049 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 08/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a NAPOLI il 06/06/1992
avverso la sentenza del 18/03/2024 della CORTE APPELLO di VENEZIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
MOTIVI DELLA DECISIONE
NOME COGNOME ricorre avverso la sentenza di cui in epigrafe che ha confermato la sentenza del Tribunale di Padova del 21 marzo 2023 per il reato
di cui
all’art. 116, commi 15 e 17, d. Igs. 30 aprile 1992, n. 285.
Deduce, con unico motivo, vizio motivazionale per carenza della stessa con riferimento alla mancata applicazione dell’art. 129 cod. proc. pen. e ai criteri di
all’art. 133 cod. pen.
Il motivo in questione si appalesa estremamente generico, in violazione del disposto dell’art. 581 cod. proc. pen., nonché riproduttivo di profili di censura g
adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal Giudice d merito (p. 2 sent. app.).
Alla declaratoria di inammissibilità del ricorso segue la condanna del ricorrente a pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della
Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma in data 8 gennaio 2025
Il Consigliere estensore
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