Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24455 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24455 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 14/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 01/01/1996
avverso la sentenza del 03/05/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Premesso che è stata impugnata la sentenza della Corte di appello di Roma del 3 maggio 2024, che ha confermato la decisione resa dal Tribunale di Roma il 3 gennaio 2024, con la quale NOME
NOMECOGNOME all’esito di rito abbreviato, era stato condannato, ritenuta la recidiva alla pena di anni 1, mesi 1, giorni 10 di reclusione ed euro 2.000 euro di multa, in ordine al re
ex art. 73, comma 5, del d.P.R. n. 309 del 1990, accertato in Roma il 20 dicembre 2023.
Letta la memoria trasmessa il 27 gennaio 2025 dall’avvocato NOME COGNOME difensore di fiducia dell’imputato, il quale ha chiesto di accogliere o almeno di ritenere ammissibile il ricorso.
Osservato che l’unico motivo di ricorso, con il quale si contesta il mancato accoglimento della richiesta di applicazione delle pene sostitutive di cui all’art. 53 della legge n. 689 del 19
manifestamente infondato, in quanto riproduttivo di un tema già adeguatamente affrontato nella sentenza impugnata (pag. 7-8), in cui la Corte di appello ha rimarcato, in senso ostativo, l
negativa personalità dell’imputato, per come desumibile non solo dai suoi precedenti penali, ma anche dalla condotta processuale, avendo il ricorrente continuato a negare la detenzione della
droga nella sua disponibilità, pur a fronte degli univoci accertamenti compiuti dalla P.G
circostanza ritenuta incompatibile con la valutazione prognostica ex art. 58 della legge 689/81.
Evidenziato che, in presenza di valutazioni non manifestamente illogiche, non vi è spazio per l’accoglimento delle obiezioni difensive, che sollecitano, peraltro in termini non adeguatamente specifici, differenti apprezzamenti di merito, estranei al perimetro del giudizio di legittimit Sez. 6, n. 5465 del 04/11/2020, dep. 2021, Rv. 280601).
Considerato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile e rilevato che all declaratoria dell’inammissibilità consegue, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., l’onere d pagamento delle spese del procedimento, nonché quello del versamento della somma, in favore della Cassa delle ammende, equitativamente fissata in tremila euro.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma il 14 febbraio 2025.