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Ricorso inammissibile: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 22474/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della sua indeterminatezza e genericità. L’atto di impugnazione non specificava gli elementi a sostegno della censura, violando i requisiti prescritti dal codice di procedura penale. La Corte ha ribadito che un ricorso deve essere formulato in modo specifico per consentire al giudice di individuare i rilievi mossi. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea la Necessità di Motivi Specifici

Presentare un’impugnazione è un diritto fondamentale, ma per essere efficace deve rispettare precise regole formali. Un ricorso inammissibile perché generico non solo è inutile, ma comporta anche conseguenze economiche. Con la recente ordinanza n. 22474 del 2024, la Corte di Cassazione ha ribadito un principio cardine della procedura penale: i motivi di ricorso devono essere specifici e non limitarsi a critiche vaghe. Analizziamo questa decisione per capire quali sono i requisiti essenziali di un’impugnazione e le conseguenze del non rispettarli.

Il Caso: Un Ricorso Troppo Generico

La vicenda nasce dal ricorso presentato da un cittadino avverso un’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. Il ricorrente ha proposto un unico motivo di impugnazione, basato su una presunta violazione di legge. Tuttavia, l’atto è stato immediatamente censurato dalla Suprema Corte per la sua palese genericità.

Secondo i giudici, il ricorso si limitava a formulare una critica vaga e astratta, senza indicare gli elementi concreti che ne costituivano il fondamento. Questa indeterminatezza ha impedito alla Corte di Cassazione di comprendere quali fossero i rilievi specifici mossi contro il provvedimento impugnato e, di conseguenza, di esercitare il proprio ruolo di controllo.

I Requisiti per un Ricorso Valido: L’Art. 581 c.p.p.

Il cuore della questione risiede nell’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che l’atto di impugnazione deve contenere, a pena di inammissibilità, “l’indicazione specifica delle ragioni di diritto e degli elementi di fatto che sorreggono ogni richiesta”.

Non è sufficiente, quindi, enunciare una generica violazione di legge. L’appellante ha l’onere di:

* Specificare le norme che si ritengono violate.
* Argomentare in che modo la decisione impugnata le abbia violate.
* Indicare gli elementi fattuali del processo che supportano tale tesi.

L’obiettivo di questa norma è duplice: da un lato, permette al giudice dell’impugnazione di comprendere esattamente i confini del dibattito; dall’altro, garantisce il corretto svolgimento del processo, evitando ricorsi puramente dilatori o esplorativi.

La Decisione della Corte e il principio del ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, in linea con il suo consolidato orientamento giurisprudenziale, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La critica mossa dal ricorrente è stata definita “del tutto generica e basata su ipotesi e possibilità eventuali”, inadeguata a costituire un valido motivo di impugnazione.

Le motivazioni

I giudici hanno evidenziato che l’atto era “privo dei requisiti prescritti dall’art. 581, comma 1, lett. c) cod. proc. pen.” perché, a fronte di una motivazione logicamente corretta dell’ordinanza impugnata, non indicava gli elementi specifici che stavano alla base della censura. In sostanza, il ricorso non consentiva al giudice “di individuare i rilievi mossi ed esercitare il proprio sindacato”. La mancanza di specificità rende il motivo di ricorso non una critica puntuale, ma una mera enunciazione astratta, che non può trovare accoglimento in sede di legittimità.

Le conclusioni

Le conseguenze pratiche di questa decisione sono state immediate. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile e ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, è stata disposta la condanna al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa pronuncia serve da monito: il diritto di impugnazione deve essere esercitato con serietà e rigore tecnico, formulando censure precise e circostanziate, pena la sua inefficacia e l’applicazione di sanzioni economiche.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era generico e indeterminato, privo degli elementi specifici richiesti dall’articolo 581, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale. Non indicava chiaramente le ragioni di diritto e di fatto a sostegno della censura.

Cosa richiede la legge per un’impugnazione valida?
La legge richiede che l’atto di impugnazione indichi in modo specifico le ragioni di diritto e gli elementi di fatto che supportano ogni richiesta. È necessario andare oltre una critica generica e fornire argomentazioni puntuali che consentano al giudice di comprendere e valutare i rilievi mossi.

Quali sono le conseguenze di un ricorso inammissibile?
Le conseguenze sono la dichiarazione di inammissibilità del ricorso, che quindi non viene esaminato nel merito, e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, a favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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