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Ricorso inammissibile: i requisiti di specificità

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi di appello erano generici e non criticavano in modo specifico le argomentazioni della sentenza impugnata. La decisione sottolinea che non è possibile richiedere alla Suprema Corte una nuova valutazione dei fatti, ma solo contestare vizi di legittimità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 24 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Mancanza di Specificità Costa Cara

Presentare un ricorso in Cassazione richiede tecnica e precisione. Un recente provvedimento della Suprema Corte, l’ordinanza n. 22114/2024, ci offre un chiaro esempio di come la genericità dei motivi possa portare a un ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Analizziamo questa decisione per comprendere i requisiti fondamentali di un’impugnazione efficace.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Ancona. L’imputato, condannato nei primi due gradi di giudizio, decideva di rivolgersi alla Corte di Cassazione per contestare diversi aspetti della decisione: l’affermazione della sua responsabilità penale, la valutazione delle prove, la sussistenza dell’elemento soggettivo del reato, l’eccessività della pena e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. La conseguenza per il ricorrente non è stata solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese processuali e una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su principi consolidati della procedura penale, in particolare sui requisiti di specificità dei motivi di ricorso.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione su una serie di argomentazioni chiare e rigorose, evidenziando le carenze strutturali del ricorso. I giudici hanno sottolineato che i motivi presentati erano privi dei requisiti di specificità richiesti dall’articolo 581 del codice di procedura penale.

In primo luogo, il ricorso è stato giudicato generico e indeterminato. Invece di contestare puntualmente le argomentazioni della Corte d’Appello, l’atto si limitava a riproporre le stesse doglianze già esaminate e respinte nel precedente grado di giudizio. Mancava, quindi, una correlazione diretta tra le complesse ragioni esposte nella sentenza impugnata e le critiche mosse dal ricorrente.

In secondo luogo, la Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale: il giudizio di cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Il ricorrente, attraverso le sue argomentazioni, tentava di ottenere una rivalutazione delle prove e una ricostruzione dei fatti alternativa a quella operata dai giudici di merito. Questo tipo di richiesta è estraneo alle competenze della Cassazione, che può intervenire solo per correggere errori di diritto o vizi logici manifesti nella motivazione, non per riesaminare il materiale probatorio.

Infine, anche le censure relative al trattamento sanzionatorio sono state respinte. La Corte ha chiarito che la determinazione della pena rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Può essere contestata in Cassazione solo se la decisione è frutto di mero arbitrio o di un ragionamento palesemente illogico, circostanze che, nel caso di specie, non sono state ravvisate.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce l’importanza di redigere un ricorso per cassazione con estrema cura e precisione. Non è sufficiente esprimere un generico dissenso verso la sentenza impugnata. È necessario, invece, costruire un’argomentazione critica che si confronti specificamente con la motivazione del giudice, evidenziando in modo puntuale i vizi di legittimità. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche ulteriori costi per il condannato. Per gli operatori del diritto, questa decisione è un monito a non sottovalutare mai i requisiti formali e sostanziali dell’impugnazione, che rappresentano la porta d’accesso al giudizio di legittimità.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché mancava dei requisiti di specificità previsti dall’art. 581 del codice di procedura penale. I motivi erano generici, non si confrontavano criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata e si limitavano a riproporre doglianze già respinte in appello.

È possibile chiedere alla Corte di Cassazione di riesaminare le prove o i fatti del processo?
No, il provvedimento chiarisce che il giudizio di Cassazione è un controllo di legittimità e non di merito. Non si può chiedere alla Corte una nuova valutazione delle fonti di prova o una ricostruzione alternativa dei fatti, attività che spettano esclusivamente ai giudici dei gradi precedenti.

Quali sono state le conseguenze per il ricorrente a seguito della dichiarazione di inammissibilità?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Inoltre, la sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello è diventata definitiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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