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Ricorso inammissibile: i motivi generici lo bocciano

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché i motivi presentati dalla ricorrente erano del tutto generici e non specificavano le ragioni di fatto e di diritto. La decisione sottolinea il principio di autosufficienza del ricorso, condannando la parte al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 16 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultima fase del processo penale, un momento cruciale in cui la difesa tenta di ribaltare una condanna. Tuttavia, per essere esaminato nel merito, l’atto deve rispettare requisiti di forma e sostanza molto stringenti. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci ricorda come un ricorso inammissibile a causa della sua genericità non solo sia destinato al fallimento, ma comporti anche conseguenze economiche per chi lo propone.

I Fatti del Caso

Una donna, condannata dalla Corte d’Appello, decideva di presentare ricorso per Cassazione contro la sentenza. Tra i motivi addotti, lamentava una presunta violazione del suo diritto di difesa, sostenendo di non aver potuto partecipare a un’udienza cruciale perché sottoposta alla misura degli arresti domiciliari nell’ambito di un altro procedimento. L’appello, quindi, mirava a contestare la correttezza della pronuncia impugnata sia dal punto di vista procedurale sia sostanziale.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha analizzato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. I giudici hanno ritenuto che i motivi proposti fossero manifestamente infondati, generici e aspecifici. Di conseguenza, non solo hanno respinto il ricorso, ma hanno anche condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000,00 euro a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Corte

La decisione si fonda su principi cardine della procedura penale. In primo luogo, la Corte ha evidenziato come i motivi del ricorso fossero del tutto generici, senza specificare in modo chiaro le ragioni di fatto e di diritto della doglianza. L’atto non si confrontava minimamente con le argomentazioni logiche e probatorie su cui si basava la sentenza della Corte d’Appello, limitandosi a una critica superficiale. Questo comportamento processuale viola l’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale, che sanziona con l’inammissibilità i ricorsi privi di motivi specifici.

In secondo luogo, è stato sottolineato un punto fondamentale: il principio di autosufficienza del ricorso. La ricorrente aveva affermato di essere agli arresti domiciliari, ma non aveva prodotto alcuna documentazione a sostegno di tale affermazione. La Corte ha chiarito che non è suo compito ricercare prove che la parte avrebbe dovuto allegare. Il ricorso deve contenere in sé tutti gli elementi per essere valutato. Mancando tale prova, la presunta violazione del diritto di difesa è rimasta una mera allegazione non dimostrata.

Infine, i giudici hanno ribadito che la sede di legittimità non consente un riesame dei fatti. Non è possibile chiedere alla Cassazione una diversa ‘lettura’ delle prove già congruamente e logicamente valutate nei gradi di merito. Il suo ruolo è verificare la corretta applicazione della legge e l’assenza di vizi logici nella motivazione, non di sostituirsi al giudice di merito nella ricostruzione dei fatti.

Le Conclusioni

Questa ordinanza offre una lezione importante: l’impugnazione di una sentenza, specialmente in Cassazione, richiede un’estrema precisione tecnica. Non basta lamentare un’ingiustizia; è necessario articolare motivi specifici, confrontarsi punto per punto con la decisione che si contesta e, soprattutto, fornire le prove di quanto si afferma, nel rispetto del principio di autosufficienza. Un ricorso generico e non supportato da prove è un ricorso inammissibile, destinato a essere respinto con l’ulteriore aggravio di spese e sanzioni pecuniarie.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano del tutto generici e aspecifici, non specificando le ragioni di doglianza in fatto e in diritto e non confrontandosi con le argomentazioni della sentenza impugnata, in violazione dell’art. 591, comma 1, lettera c) del codice di procedura penale.

Cosa significa ‘principio di autosufficienza del ricorso’ in questo caso?
Significa che la ricorrente avrebbe dovuto allegare al ricorso la documentazione che provasse la sua sottoposizione agli arresti domiciliari. Avendolo solo affermato senza produrre prove, ha violato il principio secondo cui il ricorso deve contenere tutti gli elementi necessari per la sua valutazione, senza che il giudice debba cercarli altrove.

Quali sono state le conseguenze economiche per la ricorrente?
A seguito della dichiarazione di inammissibilità, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000,00 euro a favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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