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Ricorso inammissibile: i motivi generici in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile poiché i motivi erano generici, ripetitivi di argomenti già trattati in appello e miravano a una nuova valutazione del merito, non consentita in sede di legittimità. L’ordinanza ribadisce i rigorosi requisiti di specificità per i ricorsi e conferma che la determinazione della pena è una prerogativa del giudice di merito, censurabile solo per palese irragionevolezza.

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Pubblicato il 25 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un Caso Pratico

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non è un’opportunità per ridiscutere l’intera vicenda. La Corte Suprema ha un ruolo ben preciso: verificare la corretta applicazione della legge, non riesaminare i fatti. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di come un’impugnazione mal formulata porti a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguente condanna alle spese e a una sanzione pecuniaria. Vediamo perché.

La Vicenda Processuale

Il caso nasce dal ricorso di un imputato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Napoli. L’imputato solleva tre principali motivi di doglianza, sperando di ottenere un annullamento della condanna. Tuttavia, la Corte di Cassazione, con una sintetica ma incisiva ordinanza, rigetta in blocco il ricorso, dichiarandolo inammissibile. L’analisi della Corte si concentra non sul merito delle accuse, ma sulla struttura stessa dei motivi di ricorso.

I Criteri per un Ricorso Ammissibile in Cassazione

La Corte esamina e smonta, uno per uno, i tre motivi presentati dalla difesa, evidenziando le ragioni tecniche che portano a dichiarare il ricorso inammissibile.

Primo Motivo: La Reiterazione delle Argomentazioni

Il primo motivo lamentava una presunta violazione del principio di correlazione tra accusa e sentenza. La Corte lo liquida rapidamente, definendolo una “pedissequa reiterazione” di argomenti già presentati e respinti dalla Corte d’Appello. In sede di legittimità, non è sufficiente riproporre le stesse critiche, ma è necessario formulare una critica argomentata e specifica contro la decisione impugnata, dimostrando un errore di diritto. Limitarsi a offrire una lettura alternativa dei fatti non è consentito.

Secondo Motivo: La Genericità della Censura

Il secondo motivo contestava la motivazione della sentenza di condanna. Anche in questo caso, la Corte lo ritiene inammissibile, ma per “genericità e indeterminatezza”. Secondo l’art. 581 del codice di procedura penale, un motivo di ricorso deve indicare con precisione gli elementi che si contestano. Il ricorso in esame, invece, era privo di tali requisiti, non consentendo alla Corte di individuare i rilievi specifici e di esercitare il proprio controllo di legittimità.

Terzo Motivo: I Limiti al Sindacato sulla Pena

Infine, la difesa si doleva dell’eccessività della pena. La Cassazione ribadisce un principio consolidato: la quantificazione della pena rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Questo potere, esercitato sulla base degli articoli 132 e 133 del codice penale, è insindacabile in sede di legittimità, a meno che la motivazione non sia palesemente illogica, contraddittoria o del tutto assente. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse adeguatamente giustificato la sua decisione, rendendo la censura infondata.

Le Motivazioni

La decisione della Corte di Cassazione si fonda sulla netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, in sostanza, chiedeva alla Suprema Corte di comportarsi come un giudice di terzo grado, riesaminando i fatti e le valutazioni discrezionali già compiute nei precedenti gradi. I motivi erano “soltanto apparenti”, non specifici e non pertinenti al ruolo della Cassazione. La Corte sottolinea come il ricorso debba essere una critica mirata a specifici errori di diritto e non un generico lamento sulla sentenza.

Le Conclusioni

Questa ordinanza è un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. È essenziale che i motivi di ricorso siano formulati con estremo rigore tecnico, specificità e pertinenza. Ripetere argomenti già respinti, criticare genericamente la motivazione o contestare l’entità della pena senza evidenziare una manifesta irragionevolezza sono strategie destinate al fallimento. Il risultato non è solo la conferma della condanna, ma anche l’aggiunta di ulteriori spese processuali e di una sanzione economica, come la condanna al pagamento di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso viene dichiarato inammissibile se i motivi presentati non sono consentiti dalla legge (ad esempio, se chiedono una nuova valutazione dei fatti), oppure se sono formulati in modo generico, indeterminato o come semplice ripetizione di argomenti già discussi e respinti in appello.

È possibile contestare l’entità della pena in Cassazione?
No, di norma non è possibile. La determinazione della pena è una decisione discrezionale del giudice di merito. Può essere contestata in Cassazione solo se la motivazione del giudice è totalmente assente, manifestamente illogica o contraddittoria, non semplicemente perché si ritiene la pena troppo severa.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘generico’?
Un motivo è ‘generico’ quando non indica in modo specifico e chiaro quali sono gli elementi della sentenza impugnata che si contestano e le ragioni giuridiche della critica. In pratica, non permette al giudice di comprendere esattamente qual è il presunto errore di diritto e dove si trova.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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