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Ricorso inammissibile: i limiti secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello, evidenziando tre vizi procedurali. L’appello si limitava a proporre una ricostruzione alternativa dei fatti, mancava di specificità riguardo la negazione delle attenuanti generiche e introduceva motivi nuovi, relativi al risarcimento, non presentati nel precedente grado di giudizio. Tale decisione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 4 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta all’Appello

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un’importante lezione sui requisiti formali e sostanziali per presentare un’impugnazione. Comprendere perché un ricorso inammissibile viene dichiarato tale è fondamentale per orientarsi nelle complesse dinamiche processuali. La Suprema Corte, con questa decisione, ribadisce il suo ruolo di giudice di legittimità, delineando chiaramente i confini tra un valido motivo di ricorso e un tentativo di riesame del merito.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. Il ricorrente contestava la decisione di secondo grado su diversi fronti: la valutazione della sua responsabilità, la mancata concessione delle attenuanti generiche e, tramite motivi aggiunti, l’entità del risarcimento del danno e della somma liquidata a titolo di provvisionale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva e il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione si fonda su una valutazione rigorosa dei motivi presentati, giudicati non conformi ai requisiti di legge.

Le Motivazioni: Analisi di un ricorso inammissibile

La Corte ha articolato la sua decisione su tre distinti profili di inammissibilità.

In primo luogo, il ricorso mirava a una rilettura dei fatti e delle prove, contrapponendo una propria versione a quella, non manifestamente illogica, fornita dai giudici di merito. La Cassazione ha ricordato che il suo compito non è quello di fungere da ‘terzo grado’ di giudizio per rivalutare le prove, ma di verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione.

In secondo luogo, il motivo relativo alla mancata concessione delle attenuanti generiche è stato ritenuto privo di specificità. La Corte d’Appello aveva già giustificato la sua scelta basandosi sulla gravità dei fatti e sulla congruità della pena inflitta. Il ricorso, per essere ammissibile, avrebbe dovuto contenere una critica puntuale e argomentata di tale ragionamento, non una semplice riproposizione della richiesta.

Infine, e con particolare rilevanza procedurale, le doglianze concernenti il risarcimento dei danni e la provvisionale sono state giudicate inammissibili perché sollevate per la prima volta in Cassazione. L’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale stabilisce chiaramente che tali questioni devono essere state dedotte come motivo di appello nel grado precedente, a pena di inammissibilità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza sottolinea un principio cardine del sistema processuale: la necessità di redigere atti di impugnazione con rigore e precisione. Ogni motivo di ricorso deve essere specifico, pertinente e giuridicamente fondato. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa, ma comporta anche conseguenze economiche per il ricorrente. La decisione riafferma che la Corte di Cassazione non è la sede per ridiscutere l’esito del processo nel merito, ma per assicurare l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle regole procedurali, la cui violazione, come in questo caso, preclude ogni possibilità di esame della controversia.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Secondo l’ordinanza, un ricorso è inammissibile se si limita a proporre una diversa valutazione dei fatti già esaminati dal giudice di merito, se i motivi sono generici e non specifici (come nel caso delle attenuanti), o se introduce doglianze (come quelle sul risarcimento) che non erano state sollevate nel precedente grado di appello.

Cosa significa che un motivo di ricorso è ‘privo di specificità’?
Significa che il motivo non critica in modo puntuale e argomentato il ragionamento del giudice della sentenza impugnata. Nel caso specifico, la semplice richiesta di concessione delle attenuanti generiche, senza contestare la logicità della motivazione del diniego basata sulla gravità dei fatti, è stata ritenuta generica e quindi inammissibile.

È possibile contestare per la prima volta in Cassazione l’entità di un risarcimento danni stabilito in Appello?
No. L’ordinanza chiarisce che le questioni relative al risarcimento dei danni e alla provvisionale devono essere state precedentemente sollevate come specifici motivi di appello. Introdurle per la prima volta nel ricorso per cassazione le rende inammissibili, come previsto dall’art. 606, comma 3, del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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