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Ricorso inammissibile: i limiti del riesame in Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Trieste. La decisione si fonda sul principio che la Cassazione non può riesaminare il merito dei fatti, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Il ricorrente, contestando la valutazione delle prove già operata nei gradi precedenti, ha presentato motivi non consentiti, con conseguente condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione non Riesamina il Merito

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio di come funziona il giudizio di legittimità e delle ragioni che possono portare a un ricorso inammissibile. Comprendere i limiti dell’appello alla Corte di Cassazione è fondamentale per chiunque si approcci al mondo del diritto penale. Questo provvedimento ribadisce un principio cardine: la Cassazione è giudice della legge, non dei fatti.

I Fatti del Caso

Un imputato, condannato dalla Corte d’Appello di Trieste, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione. Le sue censure si concentravano sulla valutazione delle prove e sull’interpretazione dei fatti operata dai giudici di merito, in particolare riguardo alla finalizzazione illecita di una sostanza detenuta. In sostanza, il ricorrente chiedeva alla Suprema Corte di riesaminare le prove e giungere a una conclusione diversa da quella dei giudici dei gradi precedenti.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 25 novembre 2024, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel vivo della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale. La Corte ha stabilito che i motivi presentati dal ricorrente non erano ammissibili in sede di legittimità.

Le ragioni della declaratoria di inammissibilità

La Suprema Corte ha ritenuto che l’appello non sollevasse questioni relative a errori di diritto (come una norma applicata scorrettamente), ma si limitasse a riproporre le stesse argomentazioni fattuali già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. I giudici di merito, secondo la Cassazione, avevano già fornito una motivazione giuridicamente corretta, puntuale e logicamente coerente, basata sulle prove acquisite. Tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti è un’operazione preclusa nel giudizio di Cassazione.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Corte si basa sulla natura stessa del suo ruolo. La Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si può ridiscutere l’intero processo. Il suo compito è assicurare l’uniforme interpretazione della legge e il rispetto delle norme processuali. Contestare la “valutazione logica spesa dai giudici del merito”, come ha fatto il ricorrente, equivale a chiedere un nuovo giudizio sui fatti, cosa che la legge non consente. Il ricorso è stato quindi considerato un tentativo di superare i limiti del giudizio di legittimità, rendendolo così inammissibile.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza è un monito importante: un ricorso in Cassazione deve essere fondato su precise violazioni di legge o vizi di motivazione evidenti e manifesti, non su un semplice disaccordo con la valutazione delle prove. Le conseguenze di un ricorso inammissibile sono severe. Come previsto dall’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila Euro in favore della Cassa delle ammende. Ciò sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere la via del ricorso alla Suprema Corte.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché non sollevava questioni di diritto, ma si limitava a contestare la valutazione dei fatti e delle prove già compiuta dai giudici dei gradi precedenti, chiedendo di fatto un nuovo esame del merito che non rientra nelle competenze della Corte di Cassazione.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la persona che ha presentato un ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata fissata in tremila Euro.

Cosa significa che la Corte di Cassazione è un ‘giudice di legittimità’ e non ‘di merito’?
Significa che il suo compito non è stabilire se l’imputato sia colpevole o innocente riesaminando le prove (giudizio di merito), ma verificare che i giudici dei tribunali e delle corti d’appello abbiano applicato correttamente la legge e abbiano motivato la loro decisione in modo logico e non contraddittorio (giudizio di legittimità).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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