Ricorso Inammissibile: Quando la Cassazione Chiude la Porta
Il ricorso per Cassazione rappresenta l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma il suo accesso è tutt’altro che scontato. Non si tratta di un terzo processo sui fatti, bensì di un controllo di legittimità sulla corretta applicazione delle norme. Un’ordinanza recente della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio pratico di quando un ricorso inammissibile viene respinto per la sua formulazione, con conseguenze significative per il ricorrente.
Il Fatto: La Contestazione della Sentenza di Appello
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Napoli. Il ricorrente contestava la correttezza della motivazione posta a fondamento sia della dichiarazione di responsabilità penale sia della determinazione della pena. L’obiettivo era ottenere un annullamento della decisione di secondo grado da parte della Corte di Cassazione.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, con una sintetica ma incisiva ordinanza, ha dichiarato il ricorso totalmente inammissibile. Questa decisione impedisce alla Corte di entrare nel merito delle questioni sollevate, chiudendo di fatto la vicenda processuale. La conseguenza diretta per il ricorrente non è stata solo la conferma definitiva della condanna, ma anche l’obbligo di pagare le spese del procedimento e una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile
La Corte ha fondato la sua decisione su tre pilastri argomentativi che delineano i confini invalicabili per chi si rivolge al giudice di legittimità.
1. Genericità e Indeterminatezza
Il primo profilo di criticità riscontrato è stata la genericità del motivo di ricorso. Secondo i giudici, l’atto non era ‘scandito da necessaria critica’ e non collegava specifiche richieste a precise ragioni di diritto e dati di fatto. In altre parole, il ricorrente non ha spiegato in modo chiaro e specifico quale norma sarebbe stata violata o dove risiedesse il vizio logico nella motivazione della sentenza impugnata. Un ricorso in Cassazione deve essere un atto tecnico e chirurgico, non una generica lamentela.
2. Reiterazione di Censure Già Valutate
Un altro elemento decisivo è stato il fatto che il ricorso si limitava a ‘reiterare profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito’. La Cassazione non è una sede per riproporre le stesse argomentazioni già respinte in appello, sperando in un esito diverso. Il ricorrente deve, invece, dimostrare perché la risposta del giudice precedente era giuridicamente errata.
3. Assenza di Vizi di Motivazione Rilevanti
Infine, la Corte ha escluso la presenza di vizi riconducibili alla nozione dell’art. 606, comma 1, lettera e), del codice di procedura penale. Questa norma consente di impugnare una sentenza per mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità della motivazione. Nel caso di specie, i giudici di legittimità hanno ritenuto che la motivazione della Corte d’Appello fosse esente da tali difetti, rendendo la censura del ricorrente infondata in diritto.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: il giudizio di Cassazione è un rimedio straordinario che richiede un’elevata specificità tecnica. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma comporta anche costi aggiuntivi. La decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica specializzata, capace di tradurre le doglianze del cliente in motivi di ricorso che rispettino i rigidi requisiti formali e sostanziali imposti dalla legge per accedere al giudizio di legittimità.
Cosa succede quando un ricorso penale in Cassazione è dichiarato inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) a favore della Cassa delle ammende. La sentenza impugnata diventa definitiva e non può più essere contestata.
Per quali motivi principali un ricorso può essere considerato inammissibile dalla Cassazione?
Sulla base dell’ordinanza, un ricorso è inammissibile quando è generico e indeterminato, quando si limita a ripetere argomenti già correttamente respinti nei gradi precedenti, o quando non individua un vizio di motivazione legalmente riconosciuto (come la mancanza, contraddittorietà o manifesta illogicità).
La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, l’ordinanza conferma che la Corte di Cassazione non riesamina i fatti. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logico-giuridica della motivazione della sentenza impugnata. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile proprio perché, di fatto, mirava a un nuovo giudizio sul merito anziché a contestare vizi di legittimità.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 34888 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 34888 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 23/09/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME, nato a Napoli il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 25/09/2024 della Corte d’appello di Napoli dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME;
reputato che l’unico motivo di ricorso, con cui il ricorrente contesta la correttezza della motivazione posta a fondamento della dichiarazione di responsabilità e del giudizio sulla pena, non è formulato in termini consentiti in questa sede in quanto, da un lato, reitera profili di censura già adeguatamente vagliati e disattesi con corretti argomenti giuridici dal giudice di merito, dall’alt si presenta come generico per indeterminatezza, non essendo scandito da necessaria critica e non coniugandosi all’enunciazione di specifiche richieste con connessa indicazione delle ragioni di diritto e dei dati di fatto che la sorreggono;
che la motivazione della sentenza impugnata (cfr. pag. 2-3) non presenta nessun vizio riconducibile alla nozione delineata nell’art. 606, comma 1, lett. e), cod. proc. pen.;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 23 settembre 2025.