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Ricorso inammissibile: i limiti del concordato

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 4111/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile per due motivi fondamentali. Primo, l’atto è stato presentato personalmente dall’imputato e non da un avvocato abilitato. Secondo, l’appello era contro una sentenza di ‘concordato in appello’ e sollevava questioni che non possono essere oggetto di ricorso in tale contesto, come la mancata valutazione di cause di proscioglimento. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando l’appello in Cassazione non supera il vaglio

L’ordinanza n. 4111 del 2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, delineando con precisione i paletti procedurali che non possono essere superati, specialmente nel contesto del cosiddetto ‘concordato in appello’. La decisione mette in luce due errori procedurali cruciali che hanno portato alla bocciatura del ricorso, fornendo importanti lezioni per imputati e difensori.

Il Contesto: Il Concordato in Appello

Il caso nasce da un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Napoli, emessa a seguito di un ‘concordato in appello’ ai sensi dell’art. 599-bis del codice di procedura penale. Questo istituto processuale permette all’imputato e al pubblico ministero di accordarsi su una riduzione della pena in secondo grado. Una volta che il giudice ratifica tale accordo, le possibilità di impugnazione si riducono notevolmente, essendo limitate a vizi specifici.

I Motivi del Ricorso Inammissibile: Un’Analisi Dettagliata

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile sulla base di due distinti e insuperabili vizi, uno di forma e uno di sostanza.

La Sottoscrizione Personale dell’Imputato

Il primo ostacolo è di natura puramente procedurale. L’art. 613 del codice di procedura penale stabilisce in modo inequivocabile che il ricorso per cassazione deve essere sottoscritto, a pena di inammissibilità, da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. Nel caso di specie, l’atto era stato presentato e firmato personalmente dall’imputato. La Corte ha ribadito un principio consolidato: a nulla vale che la firma dell’imputato sia stata autenticata da un avvocato. La legge richiede la sottoscrizione diretta del legale specializzato, che si assume la paternità e la responsabilità tecnica dell’atto.

I Limiti dell’Impugnazione dopo il Concordato

Il secondo motivo di inammissibilità riguarda la sostanza delle doglianze. Con l’accordo sulla pena in appello, l’imputato rinuncia a far valere determinate contestazioni. La giurisprudenza è costante nell’affermare che non si può ricorrere in Cassazione lamentando la mancata valutazione di cause di proscioglimento (come previsto dall’art. 129 c.p.p.), poiché tali motivi si considerano rinunciati con la richiesta di concordato. Il ricorso è ammesso solo per vizi che attengono alla formazione della volontà di accedere all’accordo, al consenso del pubblico ministero o a un’eventuale difformità tra quanto concordato e quanto deciso dal giudice.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha agito ‘de plano’, ovvero senza udienza pubblica, data l’evidenza delle cause di inammissibilità. I giudici hanno richiamato la propria giurisprudenza, sottolineando come le regole procedurali non siano meri formalismi, ma garanzie di un corretto svolgimento del processo. La presentazione personale del ricorso viola una norma posta a tutela della qualità tecnica della difesa nell’ultimo grado di giudizio. Allo stesso modo, tentare di rimettere in discussione il merito della colpevolezza dopo aver accettato un concordato sulla pena snatura la funzione stessa dell’istituto, che si basa proprio su una rinuncia a tali contestazioni in cambio di un beneficio sanzionatorio.

Conclusioni

La decisione in esame è un monito fondamentale: le vie dell’impugnazione sono strette e regolate da norme precise. Un ricorso inammissibile non solo impedisce l’esame nel merito delle proprie ragioni, ma comporta anche conseguenze economiche negative, come la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma alla Cassa delle ammende. Questa pronuncia ribadisce l’importanza di affidarsi a difensori specializzati per il giudizio in Cassazione e la necessità di comprendere appieno le conseguenze e le rinunce implicite in un accordo sulla pena.

Un imputato può presentare personalmente ricorso in Cassazione?
No, l’art. 613 del codice di procedura penale stabilisce che l’atto di ricorso, a pena di inammissibilità, deve essere sottoscritto da un difensore iscritto nell’albo speciale della Corte di Cassazione. La firma personale dell’imputato, anche se autenticata da un avvocato, non è sufficiente.

È possibile impugnare una sentenza di ‘concordato in appello’ per mancata assoluzione?
No. Secondo la Corte, le doglianze relative alla mancata valutazione delle condizioni di proscioglimento (ex art. 129 c.p.p.) sono inammissibili, poiché si considerano motivi a cui l’imputato ha rinunciato accedendo all’accordo sulla pena.

Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma in favore della Cassa delle ammende, determinata dal giudice in via equitativa (nel caso di specie, tremila euro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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