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Ricorso inammissibile: genericità e vizi di motivazione

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 5554/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi erano manifestamente generici e riproponevano censure già esaminate e respinte nei gradi di merito. La decisione sottolinea che le valutazioni dei giudici precedenti sulla qualificazione della condotta e sulla pena erano logiche e corrette, rendendo il ricorso non meritevole di esame nel merito.

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Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e i Limiti del Vizio di Motivazione

L’ordinanza in commento offre un’importante lezione sui requisiti di ammissibilità dei ricorsi per Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile presentato da un imputato, chiarendo i confini entro cui possono essere sollevati i vizi di motivazione. Questo provvedimento ribadisce un principio fondamentale: non basta lamentare genericamente un difetto nella sentenza impugnata, ma è necessario formulare censure specifiche, puntuali e pertinenti.

Il Caso in Esame

Un soggetto condannato dalla Corte d’Appello di Messina proponeva ricorso per Cassazione avverso la sentenza. I motivi del ricorso vertevano, tra l’altro, su presunti vizi di motivazione, incongruenze logiche e sulla qualificazione giuridica della condotta, nonché sulla congruità della pena irrogata.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato l’istanza, dichiarando il ricorso inammissibile. Gli Ermellini hanno evidenziato come i motivi proposti fossero affetti da due vizi capitali. In primo luogo, uno dei motivi era caratterizzato da una ‘manifesta genericità’, poiché si limitava a denunciare vizi di motivazione senza specificarli concretamente in relazione alle argomentazioni della Corte territoriale. In secondo luogo, gli altri motivi non erano altro che una riproposizione di censure già adeguatamente esaminate e respinte dai giudici del merito con argomentazioni corrette e puntuali.

Le Motivazioni

La Corte ha spiegato che il giudizio di merito, svolto nei gradi precedenti, era immune da manifeste incongruenze logiche. La qualificazione della condotta era stata coerentemente argomentata sulla base di dati quantitativi e qualitativi della sostanza detenuta, valorizzando anche l’attività di trasporto per conto terzi. Allo stesso modo, la pena, sebbene superiore al minimo edittale, era stata puntualmente giustificata con considerazioni logiche e corrette. I giudici di legittimità hanno quindi concluso che il relativo giudizio di merito non poteva essere censurato in quella sede, poiché il ricorso per Cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sui fatti. La genericità e la natura ripetitiva dei motivi hanno quindi precluso l’esame del merito, portando a una declaratoria di ricorso inammissibile.

Le Conclusioni

La decisione riafferma che per accedere al giudizio di Cassazione è indispensabile presentare critiche che non siano una mera riproposizione di argomenti già vagliati, ma che individuino specifici vizi di legittimità (violazioni di legge o difetti di motivazione qualificati). Un ricorso generico o che tenta di ottenere una nuova valutazione dei fatti è destinato all’inammissibilità, con la conseguente condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente per due ragioni: la manifesta genericità di uno dei motivi, che non specificava i vizi di motivazione lamentati, e il fatto che gli altri motivi riproponevano censure già esaminate e respinte con argomentazioni corrette dai giudici di merito.

Cosa significa che i giudici di merito hanno già ‘adeguatamente vagliato’ le censure?
Significa che i giudici di primo e secondo grado hanno già analizzato e risposto in modo giuridicamente corretto e logico alle obiezioni difensive. La Corte di Cassazione non può riesaminare tali punti se la motivazione della sentenza precedente è coerente e priva di vizi evidenti.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e di una somma in denaro, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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