Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Generico
Presentare un ricorso in Cassazione è un passo cruciale nel sistema giudiziario, ma deve essere fatto con rigore e precisione. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci ricorda le severe conseguenze di un ricorso inammissibile, soprattutto quando questo è formulato in maniera generica e astratta. L’analisi di questo provvedimento offre spunti fondamentali sull’importanza di redigere atti che dialoghino direttamente con la sentenza impugnata, pena non solo il rigetto, ma anche pesanti sanzioni economiche.
I Fatti del Caso
Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza della Corte d’Appello di Roma. Il ricorrente lamentava un ‘vizio di motivazione’, sostenendo cioè che la decisione dei giudici di secondo grado fosse basata su un ragionamento errato o carente. Tuttavia, il modo in cui queste critiche sono state formulate è diventato il punto centrale della successiva decisione della Corte di Cassazione.
La Decisione della Corte: Focus sul ricorso inammissibile
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso totalmente inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dei requisiti di ammissibilità dell’atto stesso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche a versare una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
La Corte ha spiegato in modo chiaro e netto le ragioni dietro la sua decisione. Il ricorso inammissibile è stato definito ‘totalmente generico’. Invece di contestare punto per punto le argomentazioni della sentenza d’appello, il ricorso si limitava a enunciare ‘massime giurisprudenziali’ e ‘proposizioni astratte’. In altre parole, l’appellante ha presentato principi legali generali senza mai collegarli concretamente alla motivazione specifica della decisione che intendeva impugnare.
Questo approccio rende l’impugnazione inefficace, poiché non permette alla Corte di Cassazione di valutare se il giudice precedente abbia effettivamente commesso un errore. La funzione della Cassazione non è quella di riesaminare i fatti, ma di controllare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. Un ricorso che non si confronta con la motivazione impugnata è, per sua natura, inutile allo scopo.
Inoltre, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma prevede che, in caso di inammissibilità del ricorso, il ricorrente sia condannato alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria, a meno che non si dimostri l’assenza di colpa. Citando una sentenza della Corte Costituzionale, i giudici hanno ribadito che la presentazione di un ricorso palesemente generico non può essere considerata un errore scusabile. La colpa del ricorrente sta proprio nell’aver avviato un procedimento giudiziario con un atto privo dei requisiti minimi di specificità.
Le Conclusioni
Le implicazioni pratiche di questa ordinanza sono significative. Per gli avvocati e i loro assistiti, emerge un monito chiaro: un ricorso in Cassazione deve essere un atto ‘chirurgico’, mirato a smontare il ragionamento della sentenza impugnata con argomenti specifici e pertinenti. Affidarsi a formule generiche o a un elenco di principi di diritto non correlati al caso concreto è una strategia destinata al fallimento e, per di più, economicamente onerosa. La decisione rafforza il principio secondo cui l’accesso alla giustizia deve essere esercitato in modo responsabile, evitando di intasare il sistema con impugnazioni superficiali e prive di fondamento specifico.
Cosa rende un ricorso alla Corte di Cassazione ‘generico’ e quindi inammissibile?
Un ricorso è considerato generico e inammissibile quando si basa su principi legali astratti o massime giurisprudenziali senza collegarli in modo specifico e diretto al ragionamento contenuto nella sentenza che si sta impugnando.
Quali sono le conseguenze economiche della presentazione di un ricorso inammissibile?
La persona che presenta il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria (in questo caso specifico, di 3.000 euro) in favore della Cassa delle ammende, a meno che non venga dimostrata un’assenza di colpa nella causa di inammissibilità.
Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una sanzione pecuniaria?
La sanzione è stata imposta perché, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, la presentazione di un ricorso totalmente generico è considerata una causa di inammissibilità determinata da colpa del ricorrente, non un errore scusabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 7554 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 7554 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 09/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 12/07/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Rilevato che il ricorso presentato nell’interesse di NOME COGNOME, che deduce il viz motivazione, è inammissibile perché totalmente generico, essendo articolato in massime giurisprudenziale e in proposizioni astratte, che non si correlanc in alcun modo co motivazione della sentenza impugnata;
stante l’inammissibilità del ricorso e, a norma dell’art. 616 cod. proc. pen., non ravvis assenza di colpa nella determinazione della causa di inammissibilità (Corte Cost. sent. n. 1 del 13/06/2000), alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento consegue quella al pagamento della sanzione pecuniaria nella misura, ritenuta equa, di 3.000 euro in favore della Cassa delle ammende
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processu e della somma di C 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 9 febbraio 2024.