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Ricorso inammissibile: genericità e art. 131 bis cp

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile a causa della genericità delle motivazioni addotte. L’appellante contestava la mancata applicazione dell’esimente per particolare tenuità del fatto (art. 131 bis c.p.), ma la Corte ha ritenuto l’impugnazione priva di argomentazioni specifiche e ha confermato la validità della decisione precedente. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando la Genericità Costa Cara

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del diritto processuale penale: un’impugnazione, per essere valida, deve essere specifica e non generica. Il caso in esame dimostra come la presentazione di un ricorso inammissibile non solo impedisca una revisione nel merito della sentenza, ma comporti anche significative conseguenze economiche per chi lo propone. Analizziamo la decisione per comprendere le ragioni che hanno portato a questa conclusione.

I Fatti del Processo

La vicenda processuale ha origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 11 maggio 2023. Avverso tale decisione, l’imputato ha proposto personalmente ricorso per cassazione. L’oggetto della contestazione si concentrava principalmente sulla mancata applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’articolo 131 bis del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha esaminato il ricorso e lo ha dichiarato inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o dell’innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello procedurale. La Corte ha stabilito che l’atto di impugnazione mancava dei requisiti minimi di specificità richiesti dalla legge, rendendolo inadatto a provocare un nuovo esame del caso. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Dichiarato Inammissibile

La Corte ha fondato la sua decisione su più ragioni concorrenti, tutte riconducibili a vizi formali e sostanziali dell’atto di impugnazione.

Marcata Genericità dell’Impugnazione

Il primo e più importante motivo di inammissibilità risiede nella “marcata genericità” con cui il ricorso contrastava il giudizio di responsabilità. Invece di sollevare critiche puntuali e argomentate contro le specifiche motivazioni della sentenza d’appello, l’impugnazione si limitava a contestazioni vaghe. La legge processuale richiede che chi impugna una sentenza indichi chiaramente quali parti della decisione contesta e per quali ragioni giuridiche, cosa che in questo caso non è avvenuta.

La Contestazione sull’Art. 131 bis c.p.

Il secondo punto critico riguardava la contestazione sulla mancata applicazione dell’esimente della particolare tenuità del fatto. Secondo la Cassazione, il giudizio di merito della Corte d’Appello su questo punto era stato “argomentato senza incorrere in vizi logici o giuridici”. Il ricorso non è riuscito a dimostrare l’esistenza di tali vizi, limitandosi a riproporre una valutazione diversa senza evidenziare errori nel ragionamento dei giudici di secondo grado. La Corte Suprema ha inoltre specificato che anche una memoria successiva, trasmessa alla cancelleria, non poteva sanare i difetti originari, poiché l’inammissibilità del ricorso principale travolge ogni atto successivo.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza offre due importanti lezioni. In primo luogo, sottolinea l’importanza cruciale della specificità dei motivi di ricorso. Non è sufficiente manifestare un generico dissenso verso una sentenza; è necessario articolare critiche precise, tecniche e fondate su vizi logici o violazioni di legge. In secondo luogo, evidenzia i rischi delle impugnazioni “fai-da-te”, specialmente in sedi complesse come la Corte di Cassazione. La redazione di un ricorso efficace richiede competenza tecnica per evitare di incorrere in declaratorie di inammissibilità. La conseguenza di un ricorso inammissibile non è solo la mancata revisione della condanna, che diventa definitiva, ma anche l’imposizione di sanzioni economiche che possono essere onerose.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
La Corte di Cassazione lo ha dichiarato inammissibile per due ragioni principali: la marcata genericità con cui contestava il giudizio di responsabilità e il fatto che la critica alla mancata applicazione dell’art. 131 bis c.p. non evidenziava vizi logici o giuridici nella decisione della corte precedente.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile in questo caso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Una memoria presentata dopo il ricorso può sanare i suoi difetti?
No, la Corte ha specificato che l’inammissibilità dell’impugnazione originaria travolge e rende inefficaci anche le ulteriori censure proposte con una memoria successiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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