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Ricorso inammissibile: genericità dei motivi e condanna

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa della genericità dei motivi presentati. L’appellante non ha specificato critiche precise contro la sentenza d’appello che aveva confermato la pena. Di conseguenza, è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro.

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Pubblicato il 7 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: Le Conseguenze di un Appello Generico

Presentare un ricorso in Cassazione richiede precisione e specificità. Quando i motivi di impugnazione sono vaghi e non circostanziati, la conseguenza è la dichiarazione di ricorso inammissibile, una decisione che comporta non solo la conferma della sentenza precedente ma anche significative sanzioni economiche. L’ordinanza n. 11324/2024 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di questa dinamica processuale, sottolineando l’importanza di formulare critiche puntuali e argomentate.

I Fatti del Caso: Un Appello contro la Determinazione della Pena

Il caso trae origine da un ricorso presentato avverso una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. La corte territoriale aveva confermato la decisione di primo grado riguardo alla determinazione della pena, riconoscendo le circostanze attenuanti generiche come equivalenti alla recidiva e applicando una sanzione vicina al minimo edittale. L’imputata, non soddisfatta della quantificazione della pena, ha deciso di impugnare tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, presentando un unico motivo di ricorso.

La Decisione della Corte e il Principio del Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte ha esaminato il ricorso e lo ha prontamente dichiarato inammissibile. La ragione fondamentale di tale decisione risiede nella ‘genericità delle deduzioni sviluppate’. Secondo i giudici, l’atto di impugnazione non conteneva critiche esplicite e argomentate né in fatto né in diritto contro la decisione della Corte d’Appello. In altre parole, mancava una contestazione specifica e motivata che potesse giustificare un riesame della sentenza da parte della Cassazione.

Le Motivazioni

La Corte ha basato la sua decisione su tre pilastri fondamentali. In primo luogo, ha evidenziato come la Corte d’Appello avesse già adeguatamente motivato la sua decisione sulla pena, seguendo un percorso logico-giuridico corretto e condividendo il giudizio del tribunale di primo grado. In secondo luogo, il ricorso presentato alla Cassazione non solo era generico, ma ometteva persino di enunciare chiaramente le critiche mosse alla sentenza impugnata. Infine, e in modo decisivo, la Corte ha rilevato che la questione dell’eccessività della pena non era stata neppure sollevata come specifico motivo nel precedente grado di appello, rendendo la sua proposizione in sede di legittimità ancora più debole. La genericità dei motivi, quindi, impedisce alla Corte di Cassazione di svolgere la sua funzione di controllo sulla corretta applicazione della legge, portando inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità.

Le Conclusioni

Le implicazioni pratiche di un ricorso inammissibile sono severe e previste dall’art. 616 del codice di procedura penale. La parte che ha proposto l’impugnazione viene condannata non solo al pagamento delle spese del procedimento, ma anche a versare una somma di denaro alla Cassa delle ammende. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro. Questa pronuncia ribadisce un principio cruciale: il ricorso in Cassazione non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti, ma un controllo di legittimità che richiede motivi di impugnazione specifici, chiari e pertinenti. La mancanza di tali requisiti trasforma l’impugnazione in un atto processuale inefficace e oneroso.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile per la genericità dei motivi addotti, in quanto non sono state formulate critiche specifiche e argomentate, né in fatto né in diritto, contro la sentenza della Corte d’Appello.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La dichiarazione di inammissibilità comporta, ai sensi dell’art. 616 c.p.p., la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma in favore della cassa delle ammende, che in questo caso è stata determinata in 3.000,00 euro.

La Corte di Cassazione ha valutato se la pena fosse eccessiva?
No, la Corte non è entrata nel merito della questione. Ha dichiarato il ricorso inammissibile prima di poter esaminare la congruità della pena, rilevando peraltro che la Corte d’Appello aveva già motivato adeguatamente la sua decisione e che la questione non era stata sollevata con uno specifico motivo di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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