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Ricorso inammissibile: genericità dei motivi

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso un’ordinanza in materia di sequestro preventivo. La decisione si fonda sulla genericità, confusione e contraddittorietà dei motivi presentati, i quali non permettevano un’analisi di legittimità. Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 4 novembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Perché la Specificità dei Motivi è Cruciale in Cassazione

Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede rigore, chiarezza e precisione. Una recente sentenza ha ribadito un principio fondamentale: un ricorso inammissibile è la conseguenza inevitabile di motivi generici, confusi e contraddittori. Questo caso, relativo a un sequestro preventivo, offre una lezione preziosa sull’importanza di redigere un’impugnazione in modo tecnicamente ineccepibile.

I Fatti del Caso

La vicenda ha origine da un decreto di sequestro preventivo emesso su un bene immobile. L’interessato si rivolgeva al giudice dell’esecuzione chiedendo la revoca del sequestro e la sostituzione del custode giudiziario. Il Tribunale rigettava le richieste.

Successivamente, il medesimo giudice emetteva una nuova ordinanza: pur confermando il rigetto della richiesta di sostituzione del custode, gli attribuiva la facoltà d’uso dell’immobile, imponendogli una cauzione e altre condizioni. Contro questa seconda ordinanza, l’interessato proponeva ricorso per cassazione, lamentando una serie di violazioni di legge, tra cui il difetto del cosiddetto periculum in mora.

La Decisione della Corte di Cassazione su un ricorso inammissibile

La Corte Suprema, con la sentenza n. 8933/2024, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione non è entrata nel merito delle singole doglianze, ma si è fermata a un livello preliminare, quello dell’ammissibilità dell’impugnazione stessa. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma a favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha basato la sua decisione su argomentazioni procedurali nette e consolidate nella giurisprudenza. I motivi che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile sono principalmente due.

Genericità, Confusione e Contraddittorietà dei Motivi

Il fulcro della decisione risiede nella pessima formulazione del ricorso. I giudici hanno evidenziato come i motivi fossero esposti in maniera “indistinta e cumulativa”, mescolando diversi vizi di legittimità (violazione di legge sostanziale, processuale, vizio di motivazione) senza specificare chiaramente quale atto fosse viziato e da quale patologia. Ad esempio, il ricorrente lamentava una violazione di legge processuale senza indicare quali norme fossero state violate o perché.

La Corte ha richiamato un suo precedente orientamento secondo cui non spetta al giudice di legittimità “rielaborare l’impugnazione, al fine di estrarre dal coacervo indifferenziato dai motivi quelli suscettibili di un utile scrutinio”. In altre parole, se l’atto è scritto male, non è compito della Corte “interpretarlo” o “correggerlo” per trovare un senso compiuto. La promiscuità e l’aspecificità dei motivi rendono, di per sé, il ricorso inammissibile.

La Ripetizione di Questioni Già Trattate

Un altro aspetto rilevante è che le questioni sollevate erano sostanzialmente le stesse di un precedente ricorso, già dichiarato inammissibile con una precedente sentenza. La Corte ha potuto semplicemente richiamare la motivazione di quella decisione, sottolineando come l’insistenza del ricorrente nel non indicare su quale base poggiasse la presunta assenza del periculum in mora e la critica generica alla figura del custode fossero elementi già valutati e ritenuti insufficienti.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza è un monito per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Le implicazioni pratiche sono chiare: la fase di redazione del ricorso è tanto importante quanto le ragioni di merito che si intendono far valere. Un ricorso, anche se fondato su argomenti potenzialmente validi, sarà destinato al fallimento se non rispetta i requisiti di specificità, chiarezza e non contraddittorietà richiesti dalla legge e dalla giurisprudenza costante. L’esito non sarà una decisione sfavorevole nel merito, ma una declaratoria di inammissibilità, che preclude ogni ulteriore esame e comporta la condanna alle spese e a una sanzione economica.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi erano formulati in modo generico, confuso, perplesso, aspecifico e contraddittorio, deducendo vizi di legittimità diversi in maniera indistinta e cumulativa.

Qual è il ruolo della Corte di Cassazione di fronte a un ricorso mal formulato?
La Corte di Cassazione ha ribadito che non le può essere attribuita la funzione di rielaborare un’impugnazione per estrarre, da un insieme indifferenziato di motivi, quelli che potrebbero essere validi. Un ricorso mal formulato viene dichiarato inammissibile.

Quali sono le conseguenze di una dichiarazione di inammissibilità?
La pronuncia di inammissibilità comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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