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Ricorso inammissibile: genericità dei motivi

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 256/2024, ha dichiarato un ricorso inammissibile poiché i motivi presentati erano generici e non criticavano specificamente la sentenza d’appello. Questa decisione sottolinea l’importanza di formulare impugnazioni precise, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro.

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Pubblicato il 16 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Specificità dei Motivi

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre un’importante lezione sulla procedura penale: la precisione è fondamentale. Quando si contesta una sentenza, non basta esprimere un dissenso generico; è necessario articolare critiche precise e pertinenti. Vediamo come la Suprema Corte ha applicato questo principio in un caso che ha portato a dichiarare un ricorso inammissibile con conseguenze economiche per il ricorrente.

I Fatti del Processo

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un imputato contro una sentenza di condanna emessa dalla Corte d’Appello di Bari. L’imputato, ritenuto responsabile di un reato, ha deciso di portare la questione davanti alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. L’obiettivo era ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato, non perché la Corte abbia ritenuto giuste le conclusioni dei giudici di merito, ma perché non ha nemmeno potuto esaminare il caso nel dettaglio.

La Decisione della Corte di Cassazione: un Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della colpevolezza o innocenza dell’imputato, ma si ferma a un livello precedente: la forma e la sostanza dell’atto di impugnazione. Secondo i giudici supremi, il ricorso presentato era manifestamente infondato e, soprattutto, i motivi addotti erano del tutto generici e aspecifici, in violazione dell’art. 591, comma 1, lettera c), del codice di procedura penale.

Di conseguenza, in applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale, il ricorrente è stato condannato non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di 3.000,00 euro a favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni: Perché il Ricorso è Stato Giudicato Generico?

La Corte ha spiegato che la sentenza d’appello era ben motivata, basata su prove definite e significative e priva di vizi logico-giuridici. Il problema risiedeva nell’atto di ricorso stesso. I giudici hanno evidenziato che l’unico motivo proposto era ‘del tutto generico e aspecifico’.

Cosa significa concretamente? Significa che il ricorrente:
1. Non ha specificato le ragioni della sua doglianza: non ha indicato chiaramente quali punti della sentenza d’appello fossero errati e perché, sia dal punto di vista dei fatti che del diritto.
2. Non si è confrontato con la sentenza impugnata: l’atto di ricorso ignorava completamente le argomentazioni sviluppate dai giudici d’appello per giungere alla condanna, limitandosi a una critica superficiale.

In sostanza, un ricorso efficace non può essere una semplice riproposizione delle proprie tesi, ma deve ‘demolire’ punto per punto il ragionamento del giudice precedente, evidenziandone le crepe logiche o gli errori giuridici. In mancanza di questo confronto critico, l’impugnazione diventa un esercizio sterile e, come in questo caso, inammissibile.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio cardine del diritto processuale: chi impugna ha l’onere di essere chiaro, specifico e pertinente. Un ricorso inammissibile non è solo una sconfitta processuale, ma comporta anche conseguenze economiche significative. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare impugnazioni presentate senza un’adeguata preparazione e senza reali possibilità di accoglimento. Per i cittadini e i professionisti del diritto, il messaggio è chiaro: la qualità e la precisione degli atti processuali sono requisiti non negoziabili per accedere a una tutela giurisdizionale efficace.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il motivo presentato era considerato ‘del tutto generico e aspecifico’. Non specificava le ragioni di critica in fatto e in diritto e non si confrontava con le argomentazioni della sentenza impugnata, violando così i requisiti previsti dall’art. 591, comma 1, lett. c) del codice di procedura penale.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro a favore della Cassa delle ammende a titolo di sanzione pecuniaria. In questo caso, la somma è stata fissata in 3.000,00 euro.

Cosa significa che la sentenza d’appello aveva una ‘appropriata motivazione’?
Significa che, secondo la valutazione della Corte di Cassazione, la decisione dei giudici di secondo grado era ben argomentata, fondata su elementi probatori chiari e rilevanti, e non presentava errori logici o giuridici nel suo ragionamento, anche per quanto riguarda la determinazione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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