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Ricorso inammissibile e spese legali

Un’ordinanza della Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Catania. La decisione comporta la condanna del ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze di un’Impugnazione Vana

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, una fase cruciale che deve essere affrontata con la massima perizia tecnica. Quando un’impugnazione non rispetta i rigidi requisiti formali e sostanziali previsti dalla legge, il risultato è una declaratoria di ricorso inammissibile. Questa non è una semplice sconfitta processuale, ma una decisione che comporta conseguenze economiche dirette per il ricorrente, come evidenziato da una recente ordinanza della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

Un soggetto proponeva ricorso per Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 18 aprile 2024. Il caso, di natura penale, giungeva così all’attenzione della Settima Sezione della Suprema Corte per la valutazione di legittimità dei motivi di impugnazione sollevati dalla difesa.

Il procedimento seguiva il suo iter, con la comunicazione dell’avviso di udienza alle parti e lo svolgimento della relazione da parte del Consigliere designato. La Corte era chiamata a verificare, prima di ogni altra cosa, la sussistenza dei presupposti per poter esaminare il merito del ricorso.

La Decisione della Corte di Cassazione sul ricorso inammissibile

Con ordinanza del 3 marzo 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. Sebbene il testo del provvedimento sia estremamente sintetico, l’esito è inequivocabile. La Corte, dopo aver esaminato gli atti, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Tale decisione non entra nel merito delle doglianze (cioè non valuta se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno), ma si ferma a un livello preliminare, riscontrando un vizio che impedisce l’esame della questione.

La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata la condanna del ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una sanzione pecuniaria prevista proprio per i casi di impugnazione temeraria o proceduralmente errata.

Le Motivazioni: Quando un ricorso è inammissibile?

L’ordinanza in esame non esplicita le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, possiamo delineare le cause più comuni che portano a tale esito in sede di legittimità. Un ricorso in Cassazione è inammissibile, ad esempio, quando:

1. Manca di specificità: I motivi non sono esposti in modo chiaro e pertinente, limitandosi a una generica contestazione della sentenza impugnata senza indicare le specifiche violazioni di legge.
2. Propone questioni di fatto: Il ricorrente chiede alla Cassazione di rivalutare i fatti del processo (ad esempio, l’attendibilità di un testimone), compito che spetta esclusivamente ai giudici di primo e secondo grado. La Cassazione è giudice di legittimità, non di merito.
3. Viene presentato fuori termine: Il ricorso è depositato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
4. È proposto da un soggetto non legittimato o con un difensore non abilitato al patrocinio in Cassazione.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è solo una sanzione, ma funge anche da deterrente per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza, pur nella sua brevità, ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio straordinario, non una terza istanza di giudizio. La dichiarazione di ricorso inammissibile chiude definitivamente la porta a ogni ulteriore esame del caso, rendendo definitiva la sentenza impugnata. Per i cittadini e i professionisti legali, ciò sottolinea l’importanza cruciale di una redazione tecnicamente impeccabile dell’atto di ricorso, focalizzata esclusivamente sulla violazione di norme di diritto, pena non solo il rigetto, ma anche una sanzione economica che ne certifica l’inidoneità.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso presentava vizi procedurali o formali, come la mancanza di motivi specifici o la proposizione di questioni di fatto non consentite in sede di legittimità.

Qual è la conseguenza principale di un ricorso inammissibile?
Oltre alla conferma definitiva della sentenza impugnata, la conseguenza diretta è la condanna del ricorrente al pagamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, come avvenuto nel caso di specie con una sanzione di tremila euro.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione è prevista dalla legge per i casi in cui l’impugnazione è ritenuta inammissibile. Ha una funzione sanzionatoria e di deterrenza, per scoraggiare la presentazione di ricorsi infondati, dilatori o non conformi alle regole processuali, che aggravano il lavoro della Suprema Corte.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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