Ricorso Inammissibile: Cosa Succede Quando la Cassazione Respinge l’Appello
L’esito di un processo non sempre si conclude con una decisione sul merito della questione. A volte, il percorso giudiziario si interrompe per ragioni procedurali, come nel caso di un ricorso inammissibile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare le severe conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità.
I Fatti del Processo
La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Palermo. Il ricorrente, attraverso i suoi legali, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le sue ragioni dinanzi al più alto organo della giurisdizione italiana.
L’iter, tuttavia, si è concluso con un’ordinanza che non ha analizzato le argomentazioni difensive, ma si è fermata a un livello precedente: la valutazione dei requisiti formali e sostanziali del ricorso stesso.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 21 marzo 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa pronuncia ha un significato tecnico ben preciso: i giudici non sono entrati nel merito della vicenda, ovvero non hanno valutato se le censure mosse alla sentenza d’appello fossero fondate o meno.
La declaratoria di inammissibilità comporta due effetti principali e immediati:
1. La sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile.
2. Il ricorrente subisce conseguenze economiche sfavorevoli.
Nello specifico, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza in esame è un provvedimento sintetico che non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, in base alla prassi e alla normativa processuale, un ricorso inammissibile può derivare da una serie di vizi. Tra i più comuni vi sono la presentazione dell’atto fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici di impugnazione richiesti per il giudizio di Cassazione (che sono limitati a violazioni di legge e vizi di motivazione), o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
La decisione della Corte, pur senza articolarne il motivo esatto, sancisce che il ricorso presentato era affetto da un vizio talmente grave da precluderne l’esame nel merito. La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende funge anche da sanzione per aver adito la Corte con un’impugnazione viziata, contribuendo a un inutile dispendio di risorse giudiziarie.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, è subordinato al rispetto di regole precise. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per far valere le proprie ragioni, ma comporta anche conseguenze economiche tangibili.
La pronuncia serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente, in grado di redigere atti di impugnazione che rispettino scrupolosamente i requisiti formali e sostanziali previsti dal codice di procedura penale. In caso contrario, il rischio è che il processo si concluda non con una valutazione di colpevolezza o innocenza, ma con una secca declaratoria di inammissibilità che rende la condanna precedente definitiva e aggiunge un ulteriore onere economico.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché l’atto di ricorso presentava vizi formali o procedurali che ne hanno impedito la valutazione. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende. Nel caso specifico, tale somma è stata fissata in tremila euro.
La Corte di Cassazione ha valutato se le argomentazioni del ricorrente fossero fondate?
No, con una dichiarazione di inammissibilità, la Corte si ferma a una valutazione preliminare sulla correttezza procedurale del ricorso. Non entra nel merito della vicenda e non esamina le ragioni sostanziali presentate dal ricorrente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24768 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24768 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 21/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME nato a MAZARA DEL VALLO il 12/12/1991
avverso la sentenza del 14/05/2024 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
v
OSSERVA
Ritenuto che il difensore di NOME COGNOME con il primo motivo, ha
dedotto l’errata applicazione dell’art. 385, primo e terzo comma, cod. pen. sotto il profilo della carenza dell’elemento psicologico, e, con il secondo motivo,
l’inosservanza degli artt. 54 e 59 cod. pen., con riferimento alla mancata applicazione della scriminante dello stato di bisogno;
Considerato che entrambi i motivi sono inammissibili, in quanto si
risolvono in una sollecitazione ad una diversa lettura delle risultanze istruttorie, non consentita in sede di legittimità;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con
la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 21 marzo 2025.