Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Decise dalla Cassazione
Quando si presenta un’impugnazione davanti alla Suprema Corte di Cassazione, è fondamentale rispettare scrupolosamente tutte le norme procedurali. Un errore può costare caro, non solo in termini di esito del giudizio ma anche dal punto di vista economico. Un esempio chiaro ci viene fornito da una recente ordinanza, che ha dichiarato un ricorso inammissibile, condannando il proponente a significative sanzioni pecuniarie. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio le dinamiche e le implicazioni pratiche.
L’Analisi del Caso Concreto
Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 19 dicembre 2024. Il ricorrente, cercando di ottenere una revisione della decisione di secondo grado, ha portato la questione dinanzi alla Corte di Cassazione. Tuttavia, l’esito non è stato quello sperato. L’organo supremo della giurisdizione penale non è entrato nel merito della questione, fermandosi a una valutazione preliminare di ammissibilità.
La Decisione della Corte e il Significato di Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, con ordinanza del 5 maggio 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa declaratoria è una sanzione processuale che impedisce al giudice di esaminare la fondatezza delle censure mosse dal ricorrente. In pratica, la Corte ha stabilito che il ricorso mancava dei presupposti minimi previsti dalla legge per poter essere discusso. Le ragioni di una tale decisione possono essere molteplici: dalla presentazione fuori termine, alla mancanza di motivi specifici di impugnazione, fino a vizi di forma dell’atto stesso.
Le Motivazioni e le Pesanti Conseguenze Economiche
L’ordinanza in commento non esplicita i motivi specifici che hanno portato a ritenere il ricorso inammissibile, come spesso accade in questo tipo di provvedimenti sintetici. Tuttavia, le conseguenze per il ricorrente sono state chiaramente delineate e sono duplici. In primo luogo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali, un onere standard per la parte la cui impugnazione non viene accolta. In secondo luogo, e questa è la sanzione più rilevante, è stato condannato a versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria non è un risarcimento, ma una vera e propria penalità prevista dal codice di procedura penale per scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o proposti senza il rispetto delle regole.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche
La decisione sottolinea un principio cruciale: l’accesso alla giustizia, specialmente ai suoi gradi più alti, non è incondizionato ma è subordinato al rispetto di precise regole procedurali. Un ricorso inammissibile non solo vanifica la possibilità di ottenere una revisione della sentenza, ma comporta anche conseguenze economiche dirette e non trascurabili. Questo caso serve da monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente e meticolosa, capace di redigere atti di impugnazione che superino il vaglio preliminare di ammissibilità, evitando così al proprio assistito sanzioni che si aggiungono al peso della decisione sfavorevole.
Cosa significa quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Significa che la Corte non esamina il merito della questione sollevata dal ricorrente perché l’atto di impugnazione non rispetta i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge. Di conseguenza, il ricorso viene respinto senza una valutazione sulla sua fondatezza.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso dichiarato inammissibile?
Come stabilito in questa ordinanza, il ricorrente è condannato al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso specifico è stata quantificata in tremila euro.
La Corte ha specificato i motivi dell’inammissibilità in questa ordinanza?
No, l’ordinanza si limita a dichiarare l’inammissibilità del ricorso e a statuire le relative condanne economiche, senza entrare nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato a tale decisione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 20554 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 20554 Anno 2025
Presidente: NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 05/05/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a MANFREDONIA il 15/01/1982
avverso la sentenza del 19/12/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
udita la relazione svolta dal Presidente NOME COGNOME
visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminati i motivi del ricorso di NOME COGNOME
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dalla consigliera NOME COGNOME
Ritenuto che i motivi dedotti avverso la sentenza di condanna per il reato di
cui all’art. 337 cod. pen. non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, perché generici e meramente assertivi della esistenza di un vizio di violazione di
legge e di erronea ricostruzione dei fatti, in presenza di motivazione puntuale sulla ricostruzione in fatto (cfr. pag. 3 della sentenza impugnata);
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 5 maggio 2025
La Presidente tel trice