Ricorso Inammissibile in Cassazione: Quando le Doglianze di Merito Non Bastano
Presentare un ricorso alla Corte di Cassazione richiede il rispetto di precise regole formali e sostanziali. Un errore comune è tentare di rimettere in discussione i fatti del caso, un’attività preclusa in questa sede. Una recente ordinanza della Suprema Corte ci offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, spiegando perché le semplici lamentele sulla ricostruzione degli eventi non possono trovare accoglimento e quali sono le conseguenze economiche per il ricorrente.
I Fatti del Caso
La vicenda giudiziaria ha origine da un controllo effettuato dai carabinieri. Un individuo veniva sorpreso in un piazzale pubblico, a pochi metri dalla sua abitazione, mentre era intento a conversare con un’altra persona alla guida di un veicolo. Dopo alcuni minuti di osservazione da parte delle forze dell’ordine, l’uomo, alla loro vista, si rifugiava frettolosamente all’interno di un garage adiacente, adibito a cucina. Sulla base di questi eventi, seguiva una condanna confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello.
La Decisione della Corte di Cassazione
L’imputato decideva di impugnare la sentenza d’appello proponendo ricorso per cassazione. Tuttavia, la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Di conseguenza, ha condannato il ricorrente non solo al pagamento delle spese processuali, ma anche al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. La decisione sottolinea un principio fondamentale del nostro ordinamento: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono ripresentare le proprie versioni dei fatti.
Le Motivazioni: Perché il ricorso è inammissibile?
La Corte ha ritenuto che i motivi addotti dal ricorrente non fossero consentiti dalla legge in sede di legittimità. Essi, infatti, si configuravano come ‘mere doglianze di merito’ e risultavano ‘aspecifiche’ rispetto alla ricostruzione fattuale già accertata nelle sedi precedenti. In altre parole, il ricorrente non contestava una violazione di legge o un vizio di motivazione della sentenza impugnata, ma cercava di ottenere una nuova e diversa valutazione degli stessi fatti: l’essere stato sorpreso in un piazzale, il dialogo con un’altra persona e la successiva fuga nel garage. La Cassazione ha ribadito che il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme di diritto, non di riesaminare le prove o di sostituire la propria valutazione a quella dei giudici di merito, i quali hanno il compito esclusivo di accertare come si sono svolti i fatti.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Questa ordinanza serve da monito sull’importanza di strutturare un ricorso per cassazione in modo tecnicamente corretto. Impugnare una sentenza basandosi esclusivamente sul disaccordo con la ricostruzione dei fatti operata dai giudici di primo e secondo grado porta inevitabilmente a una declaratoria di inammissibilità. Le conseguenze non sono solo la conferma della condanna, ma anche un aggravio di spese per il ricorrente, con l’obbligo di pagare i costi del procedimento e una sanzione pecuniaria. È quindi cruciale, per chi intende adire la Suprema Corte, focalizzare i motivi del ricorso su vizi di legittimità, come l’errata interpretazione di una norma di legge o la manifesta illogicità della motivazione della sentenza, anziché tentare un’impossibile rivalutazione del merito della vicenda.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano costituiti da mere doglianze di merito e aspecifiche rispetto alla ricostruzione dei fatti, argomentazioni non consentite in sede di legittimità, dove la Corte valuta solo la corretta applicazione della legge.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base a quanto stabilito nell’ordinanza, la dichiarazione di inammissibilità del ricorso comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.
La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione giudica in ‘sede di legittimità’. Ciò significa che non può riesaminare i fatti o valutare nuovamente le prove, ma ha il solo compito di verificare che i giudici dei gradi precedenti abbiano correttamente interpretato e applicato le norme di legge.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21414 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21414 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 12/04/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a PALERMO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 20/06/2023 della CORTE APPELLO di PALERMO
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
Ritenuto che i motivi dedotti nel ricorso non sono consentiti dalla legge in sede di legittimità, perché costituiti da mere doglianze di merito e aspecifiche rispetto alla ricostruzione dei fatti, come accertata in sede di merito: l’imputato era stato infatti sorpreso dai carabinieri sostare al centro di un pubblico piazzale, distante quattro metri dall’abitazione, intento a parlare con un soggetto posto alla guida di un veicolo, e solo alla vista dei predetti, “dopo qualche minuto di osservazione”, si era rifugiato all’interno del garage adibito a cucina;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. MI.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 12/04/2024.