Ricorso Inammissibile: Cosa Succede e Quali Sono i Costi?
Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma per accedervi è necessario rispettare stringenti requisiti. Un ricorso inammissibile non solo impedisce l’esame nel merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ce lo ricorda chiaramente, condannando un ricorrente al pagamento di spese e di una cospicua sanzione pecuniaria.
Il Caso in Esame
Il caso analizzato trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa da una Corte d’Appello nel giugno 2024. L’imputato, tramite il proprio legale, ha tentato di contestare la decisione dei giudici di secondo grado, portando la questione all’attenzione della magistratura di legittimità.
La Decisione della Corte: Focus sul Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, incaricata di un primo vaglio sulla ricevibilità dei ricorsi, ha emesso un’ordinanza lapidaria. Senza entrare nel merito delle doglianze sollevate, i giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questo significa che l’atto di impugnazione è stato ritenuto privo dei presupposti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere discusso.
Le Conseguenze Economiche per il Ricorrente
La declaratoria di inammissibilità non è stata priva di effetti. Al contrario, la Corte ha condannato il ricorrente a due distinti pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali sostenute per il giudizio di Cassazione.
2. Il versamento di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Questa seconda condanna rappresenta una vera e propria sanzione pecuniaria, prevista dal codice di procedura penale proprio per scoraggiare la presentazione di impugnazioni avventate o dilatorie.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza in esame non espliciti i motivi specifici che hanno portato a giudicare il ricorso inammissibile, possiamo dedurre che l’impugnazione presentava vizi che ne hanno impedito l’esame. In generale, un ricorso può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, tra cui la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (es. violazione di legge o vizio di motivazione), o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. La decisione della Corte è motivata dalla necessità di sanzionare l’abuso dello strumento processuale, che impegna inutilmente le risorse della giustizia.
Le Conclusioni
Questa pronuncia ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla Corte di Cassazione non è automatico. La preparazione di un ricorso richiede un’attenzione meticolosa ai requisiti procedurali e ai limiti del giudizio di legittimità. Un ricorso inammissibile non è solo un’occasione persa per far valere le proprie ragioni, ma si trasforma in un costo economico tangibile per il ricorrente, che si trova a dover sostenere non solo le spese del procedimento ma anche una sanzione aggiuntiva. È un monito per tutti gli operatori del diritto a valutare con estremo rigore l’opportunità e la correttezza formale di ogni impugnazione.
Cosa succede quando un ricorso penale viene dichiarato inammissibile?
La Corte non esamina il merito della questione, respingendo l’impugnazione in via preliminare. La decisione impugnata diventa quindi definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.
A quanto ammontava la sanzione pecuniaria in questo specifico caso?
In questo caso, la Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre alle spese del procedimento.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 21164 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 21164 Anno 2025
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 15/04/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a PESCARA il 24/11/1954
avverso la sentenza del 27/06/2024 della CORTE APPELLO di L’AQUILA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOMECOGNOME
rilevato che con l’unico motivo proposto si deduce il difetto di motivazione con
riferimento al giudizio di responsabilità per il reato di cui agli artt. 56, 629 co pen. (capo 2 di imputazione), in particolare in punto di sussistenza dell’elemento
costitutivo della minaccia;
ritenuto che tale doglianza è manifestamente infondata avendo la Corte di
merito (pagine 4 e 5 della sentenza impugnata) compiutamente argomentato in ordine alla minaccia (sia pure mediata) posta in essere dall’imputato e
direttamente collegata alla pretesa di rilascio dell’alloggio, valorizzando, in proposito, le dichiarazioni della persona offesa, riscontrate dal portato dichiarativo
dei testimoni NOME COGNOME e dalla geolocalizzazione del telefono dell’imputato;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso, il 15 aprile 2025
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La Presidente