Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza e le Sue Conseguenze Economiche
Un ricorso inammissibile dinanzi alla Corte di Cassazione non è un esito privo di conseguenze. Spesso, oltre alla delusione per la mancata revisione del merito della causa, si aggiungono significative sanzioni economiche a carico del ricorrente. Analizzeremo una recente ordinanza della Suprema Corte per comprendere appieno le implicazioni di una tale declaratoria, focalizzandoci sulla condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
I Fatti Processuali
Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione da un individuo, a seguito di una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 21 giugno 2024. L’imputato, tramite il suo difensore, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando le proprie doglianze all’attenzione della Suprema Corte, massimo organo della giurisdizione italiana.
La Decisione della Corte: Il Ricorso Inammissibile
Con un’ordinanza emessa il 18 febbraio 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa pronuncia ha un significato prettamente procedurale: i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si sono fermati a una valutazione preliminare che ha evidenziato vizi insanabili nell’atto di impugnazione. Di conseguenza, la sentenza della Corte d’Appello è divenuta definitiva.
Le Motivazioni della Decisione
Il testo dell’ordinanza è sintetico e non esplicita nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità. Tuttavia, in ambito penale, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse cause, tutte riconducibili a violazioni di norme procedurali. Le ragioni più comuni includono:
* Mancanza dei motivi specifici: il ricorso non articola chiaramente le violazioni di legge o i vizi di motivazione della sentenza impugnata.
* Proposizione di questioni di fatto: il ricorso tenta di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione delle prove, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello).
* Genericità dei motivi: le censure sono formulate in modo vago e non si confrontano specificamente con le argomentazioni della sentenza di secondo grado.
La decisione di inammissibilità, quindi, sanziona un utilizzo improprio dello strumento processuale, che ha ingiustificatamente impegnato le risorse della Corte Suprema.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia
Le conseguenze della declaratoria di inammissibilità sono duplici e particolarmente onerose per il ricorrente.
1. Condanna alle spese processuali: Il soccombente è stato condannato al pagamento di tutte le spese relative al giudizio di Cassazione.
2. Sanzione pecuniaria: Oltre alle spese, la Corte ha imposto il pagamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa non è una forma di risarcimento per un’altra parte, ma una vera e propria sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei requisiti di legge. Tale misura ha una funzione deterrente, volta a scoraggiare impugnazioni superficiali o meramente dilatorie.
Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma comporta anche conseguenze economiche rilevanti che aggravano la posizione del condannato.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché l’atto di impugnazione non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso pari a 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.
Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Si tratta di una sanzione pecuniaria prevista dalla legge per aver promosso un ricorso privo dei presupposti necessari, con lo scopo di sanzionare l’abuso dello strumento processuale e di finanziare progetti per il sistema penitenziario.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14930 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14930 Anno 2025
Presidente: IMPERIALI NOME
Relatore: NOME
Data Udienza: 18/02/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato a BARLETTA il 17/06/1986
avverso la sentenza del 21/06/2024 della CORTE APPELLO di BARI
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Letto il ricorso di NOME COGNOME
considerato che i motivi di ricorso, che contestano l’inosservanza di norme
penali ed il difetto motivazionale in relazione all’art. 99 cod. pen., sono indeducibili poiché inerenti al trattamento punitivo, benché sorretto da sufficiente e non
illogica motivazione e da adeguato esame delle deduzioni difensive (si veda, in particolare, pag. 3 della sentenza impugnata);
considerato che l’asserito difetto della motivazione non emerge dalla lettura
della motivazione del provvedimento impugnato che, per contro, appare essere esistente, connotata da lineare e coerente logicità conforme all’esauriente
disamina dei dati probatori;
rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con
condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma, il 18/02/2025
Il onsigliere Estensore