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Ricorso inammissibile: condanna e spese processuali

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Salerno. La decisione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro, poiché non sono stati ravvisati elementi idonei a escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Colpa Processuale

L’ordinanza in esame, emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione, offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione viene rigettata per motivi procedurali, le implicazioni per il ricorrente non si limitano alla conferma della decisione precedente, ma possono estendersi a sanzioni economiche significative. Questo caso evidenzia l’importanza cruciale della diligenza e del rispetto delle norme procedurali nel sistema giudiziario.

I Fatti del Caso: Un Appello Respinto in Sede di Legittimità

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza della Corte d’Appello di Salerno, emessa nel settembre del 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado, portando la questione davanti ai giudici di legittimità. Tuttavia, l’esito dell’impugnazione non è stato quello sperato.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Suprema Corte, dopo aver ricevuto il ricorso e dato avviso alle parti, ha esaminato l’atto di impugnazione. L’esito è stato netto: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria impedisce ai giudici di entrare nel merito della questione, ovvero di valutare se la decisione della Corte d’Appello fosse corretta o meno. La pronuncia di inammissibilità pone fine al procedimento, rendendo definitiva la sentenza impugnata.

In aggiunta, la Corte ha condannato il ricorrente a due pagamenti:
1. Il pagamento delle spese processuali.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: La Colpa nella Causa di Inammissibilità

La parte cruciale della decisione risiede nella motivazione della condanna al pagamento della somma aggiuntiva. La Corte ha specificato che tale sanzione è stata irrogata “in mancanza di elementi atti a escludere la colpa nella determinazione della causa di inammissibilità”.

In termini semplici, i giudici hanno ritenuto che l’errore procedurale che ha reso il ricorso inammissibile fosse attribuibile a una negligenza o a una mancanza di diligenza da parte del ricorrente o del suo difensore. Il Codice di procedura penale, infatti, prevede che in caso di inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto sia condannata al pagamento di una sanzione pecuniaria, a meno che non dimostri che l’errore non sia dipeso da sua colpa. In questo caso, non essendo emersi elementi che potessero giustificare l’errore, la sanzione è stata applicata nella misura di tremila euro.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: la forma è sostanza. L’accesso alla giustizia, specialmente in un grado di giudizio complesso come quello di Cassazione, è subordinato al rigoroso rispetto di regole e termini perentori. Un errore, anche se apparentemente minore, può precludere ogni possibilità di ottenere una revisione della decisione.

La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non ha una funzione risarcitoria, ma sanzionatoria e dissuasiva. Serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari, redatti senza la dovuta perizia tecnica o palesemente infondati, che contribuiscono a congestionare il sistema giudiziario. Per i cittadini e i professionisti del diritto, questo provvedimento rappresenta un monito sull’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente e di valutare attentamente i presupposti formali prima di intraprendere un’azione legale, per evitare che un diritto si trasformi in un ulteriore costo.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non ha potuto esaminare il merito della questione a causa di un vizio procedurale o di forma nel ricorso stesso. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva.

Perché il ricorrente è stato condannato a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
È stato condannato perché la Corte ha ritenuto che la causa dell’inammissibilità del ricorso fosse dovuta a una colpa del ricorrente. La legge prevede questa sanzione pecuniaria per scoraggiare ricorsi presentati senza il rispetto delle norme procedurali.

Qual è l’importo che il ricorrente deve versare e a chi?
Il ricorrente deve versare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre al pagamento delle spese processuali sostenute nel giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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