LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna e spese legali

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 21408/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. Di conseguenza, la parte ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione sottolinea le conseguenze negative di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Condanna alle Spese

Presentare un’impugnazione in Cassazione è un passo delicato che richiede il rispetto di precisi requisiti formali e sostanziali. Quando questi non vengono soddisfatti, il risultato può essere una dichiarazione di ricorso inammissibile, con conseguenze economiche significative per chi lo ha proposto. L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione, Sezione Penale, offre un chiaro esempio di questo esito, condannando la ricorrente non solo al pagamento delle spese, ma anche a una sanzione pecuniaria.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino. Una donna, ritenendosi lesa da tale decisione, ha deciso di presentare ricorso per Cassazione al fine di ottenerne la riforma. Il ricorso è stato quindi esaminato dalla Suprema Corte in un’udienza tenutasi a maggio 2025.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti e ascoltato la relazione del Consigliere designato, ha emesso un’ordinanza con cui ha risolto la questione in modo netto. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ponendo fine al tentativo di impugnazione della sentenza di secondo grado.

Contestualmente alla declaratoria di inammissibilità, la Corte ha condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali. Inoltre, ha inflitto una sanzione pecuniaria pari a tremila euro da versare in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

Sebbene l’ordinanza in commento non entri nel dettaglio delle specifiche cause di inammissibilità, è utile ricordare quali sono i motivi generali che possono portare a una tale declaratoria. Un ricorso inammissibile può derivare da vizi di forma (come il mancato rispetto dei termini per l’impugnazione), dalla proposizione di motivi non consentiti dalla legge (ad esempio, tentare di ottenere dalla Cassazione una nuova valutazione dei fatti, compito riservato ai giudici di merito), o dalla manifesta infondatezza delle censure mosse alla sentenza impugnata. Questa decisione serve a sanzionare l’abuso dello strumento processuale, scoraggiando impugnazioni dilatorie o prive di seria fundamenta giuridica.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

La decisione della Corte ha implicazioni pratiche molto chiare e funge da monito. Proporre un ricorso per Cassazione senza una solida base giuridica o senza rispettare scrupolosamente le norme procedurali non è una strategia priva di rischi. Oltre a non ottenere il risultato sperato, ovvero la riforma della sentenza, la parte ricorrente si espone a conseguenze economiche tangibili. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione alla Cassa delle ammende rappresenta un meccanismo deflattivo, volto a preservare le risorse della giustizia per i casi che meritano un esame approfondito. Pertanto, è fondamentale affidarsi a un’analisi legale rigorosa prima di intraprendere la via dell’impugnazione dinanzi alla Suprema Corte.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e, di norma, anche al versamento di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammontava la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
In questa ordinanza, la Corte di Cassazione ha stabilito una sanzione di tremila euro, che la ricorrente deve versare alla Cassa delle ammende.

Quale provvedimento è stato impugnato con il ricorso?
Il ricorso è stato proposto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 28 novembre 2024.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati