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Ricorso inammissibile: condanna e Cassa Ammende

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende. La Corte ha specificato che la sanzione è dovuta anche se non vi è colpa del ricorrente nella causa di inammissibilità, determinando l’importo in via equitativa.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze Economiche Anche Senza Colpa

Presentare un ricorso inammissibile in Cassazione comporta conseguenze economiche precise, anche quando la causa dell’inammissibilità non è direttamente imputabile a una colpa del ricorrente. Una recente ordinanza della Suprema Corte chiarisce questo principio, condannando un imputato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni pratiche.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine dal ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 22 gennaio 2025. Il ricorrente ha adito la Corte di Cassazione per ottenere una revisione della decisione di secondo grado. Tuttavia, l’iter del ricorso si è interrotto prima ancora di poter entrare nel merito delle questioni sollevate.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

Con ordinanza del 13 giugno 2025, la settima sezione penale della Corte di Cassazione ha posto fine al procedimento dichiarando il ricorso inammissibile. Questa declaratoria non solo ha precluso ogni ulteriore discussione sul caso, ma ha anche attivato specifiche conseguenze sanzionatorie a carico del ricorrente. La Corte ha infatti disposto la condanna di quest’ultimo al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma, determinata in via equitativa, pari a 3.000 euro in favore della Cassa delle Ammende.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni, sebbene concise, sono estremamente significative. La Suprema Corte sottolinea che, per ritenere che il ricorso sia stato presentato ‘senza versare in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità’, si procede comunque alla condanna al pagamento della sanzione pecuniaria. Questo passaggio è cruciale: l’assenza di una colpa specifica del ricorrente non lo esonera dalle conseguenze economiche previste dalla legge in caso di inammissibilità.

La sanzione pecuniaria, infatti, non ha una natura puramente punitiva legata a un comportamento negligente, ma serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi che non rispettano i rigidi requisiti formali e procedurali del giudizio di legittimità. La determinazione dell’importo ‘in via equitativa’ consente alla Corte di calibrare la sanzione in base alle circostanze, ma non di eliminarla. La pronuncia di inammissibilità è di per sé il presupposto oggettivo per l’applicazione della sanzione, a prescindere dall’elemento soggettivo della colpa.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda impugnare una sentenza penale dinanzi alla Corte di Cassazione. La presentazione di un ricorso inammissibile comporta un costo certo e significativo. Le conclusioni che possiamo trarre sono le seguenti:
1. Rischio Economico Automatico: La declaratoria di inammissibilità comporta automaticamente la condanna alle spese processuali e al versamento di una somma alla Cassa delle Ammende.
2. Irrilevanza della Colpa: L’assenza di colpa del ricorrente nella causa che ha determinato l’inammissibilità non è sufficiente a evitare la sanzione pecuniaria, ma può influire sulla sua quantificazione da parte del giudice.
3. Funzione Deterrente: La sanzione ha lo scopo di disincentivare impugnazioni dilatorie o non adeguatamente fondate sotto il profilo procedurale, preservando l’efficienza del sistema giudiziario e il ruolo della Corte di Cassazione come giudice della legittimità.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle Ammende.

Se il motivo dell’inammissibilità non dipende da una colpa del ricorrente, si deve pagare lo stesso la sanzione?
Sì, secondo quanto stabilito in questa ordinanza, la sanzione pecuniaria è dovuta anche se il ricorrente non è in colpa nella determinazione della causa di inammissibilità. L’assenza di colpa non esclude la condanna.

Come viene stabilito l’importo da versare alla Cassa delle Ammende?
L’importo viene determinato dalla Corte ‘in via equitativa’, ovvero basandosi su un criterio di giustizia e adeguatezza al caso concreto. Nella vicenda esaminata, la somma è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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