Ricorso Inammissibile: Cosa Succede se la Condanna Diventa Definitiva?
Il percorso della giustizia è scandito da regole precise, dove ogni mossa processuale deve avere uno scopo concreto. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione (ordinanza n. 10537/2024) offre un chiaro esempio di questo principio, dichiarando un ricorso inammissibile perché, nel frattempo, la situazione giuridica del ricorrente era cambiata in modo irreversibile. L’analisi di questo caso ci permette di capire quando un’impugnazione perde la sua ragion d’essere, anche di fronte a un potenziale errore procedurale del giudice precedente.
I Fatti del Caso
La vicenda ha origine da una condanna a 6 mesi di arresto e 1000 euro di ammenda per un reato previsto dalla legge sulle armi. Divenuta esecutiva la sentenza, il condannato presentava un’istanza al Tribunale di Sorveglianza per ottenere una misura alternativa alla detenzione. Contemporaneamente, però, aveva anche proposto un ricorso per cassazione contro la sentenza di condanna stessa.
Il ricorrente si è rivolto nuovamente alla Cassazione, questa volta contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza, sostenendo un unico motivo: il Tribunale non avrebbe dovuto decidere sulla sua richiesta di misure alternative prima che la Cassazione si fosse pronunciata sulla legittimità della condanna. A suo avviso, la sentenza non era ancora definitiva e la sua esecuzione era quindi errata.
La Decisione della Corte: un Ricorso Inammissibile per Sopravvenuta Carenza d’Interesse
La Corte di Cassazione, tuttavia, ha dichiarato il ricorso inammissibile. La ragione non risiede in un’analisi del merito della questione sollevata (se il Tribunale di Sorveglianza avesse agito correttamente o meno), ma in una verifica preliminare che ha reso l’intera discussione superflua.
I giudici hanno infatti accertato, tramite una ricerca interna, che il primo ricorso del condannato – quello contro la sentenza di condanna – era già stato deciso e dichiarato a sua volta inammissibile con un’ordinanza precedente. Questo significa che, al momento della discussione del secondo ricorso, la condanna a 6 mesi di arresto era già diventata definitiva e irrevocabile.
Le Motivazioni
La motivazione della Suprema Corte si fonda su un principio cardine del diritto processuale: l’interesse ad agire. Un ricorso può essere esaminato solo se il suo eventuale accoglimento può portare un vantaggio concreto e giuridicamente rilevante al ricorrente.
Nel caso specifico, anche se la Corte avesse dato ragione al condannato, annullando la decisione del Tribunale di Sorveglianza per un vizio procedurale, ciò non avrebbe cambiato la sua situazione. La condanna era ormai definitiva, e l’obbligo di eseguirla era un fatto incontrovertibile. L’accoglimento del ricorso non gli avrebbe recato alcun beneficio, poiché il percorso per l’esecuzione della pena sarebbe comunque ripreso esattamente dallo stesso punto.
In altre parole, il ricorso era diventato sterile, un mero esercizio teorico privo di conseguenze pratiche. Per questo motivo, la Corte lo ha dichiarato inammissibile per sopravvenuta carenza di interesse, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
Conclusioni
Questa ordinanza ribadisce un concetto fondamentale: le impugnazioni non sono uno strumento per ritardare all’infinito la giustizia, ma servono per correggere errori che abbiano un impatto reale sui diritti delle parti. Quando un evento successivo – come la definitività della condanna – rende inutile la pronuncia del giudice, il ricorso perde la sua funzione e deve essere dichiarato inammissibile. È una lezione di pragmatismo giuridico che sottolinea come il processo debba sempre tendere a un risultato utile e non a una discussione fine a se stessa.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché il ricorrente non aveva più un interesse concreto al suo accoglimento. La sua condanna penale era diventata definitiva e irrevocabile a seguito di un’altra decisione della Cassazione, rendendo inutile qualsiasi pronuncia sulla procedura seguita dal Tribunale di Sorveglianza.
Cosa significa che una condanna diventa ‘definitiva’?
Significa che la sentenza non può più essere impugnata con i mezzi ordinari (appello, ricorso per cassazione). La colpevolezza dell’imputato e la pena inflitta sono state accertate in modo irrevocabile e lo Stato può procedere con l’esecuzione della pena.
Quali sono le conseguenze di un ricorso dichiarato inammissibile?
Quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese del procedimento e al versamento di una somma di denaro, stabilita in via equitativa, in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 10537 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 10537 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 22/02/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME COGNOME NOME nato il DATA_NASCITA
avverso l’ordinanza del 17/10/2023 del TRIB. SORVEGLIANZA di PALERMO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere COGNOME;
Ritenuto in fatto e considerato in diritto
Rilevato che NOME ricorre per cassazione contro il provvedimento indicato in intestazione;
Rilevato che:
nell’unico motivo il ricorso deduce che il Tribunale di sorveglianza non avrebbe dovut decidere sull’istanza di misure alternative prima che fosse stato deciso il ricorso per cassazi proposto dall’imputato contro la sentenza che, a suo giudizio, erroneamente era già stata posta in esecuzione;
da ricerca effettata dal collegio emerge che il ricorrente aveva proposto il ricorso cassazione n. 26929 del 2023 contro la sentenza della Corte di appello di Palermo del 20 febbraio 2023 che aveva confermato la condanna del Tribunale di Palermo del 14 marzo 2022 a 6 mesi di arresto e 1000 euro di ammenda per il reato dell’art. 4 I. 18 aprile 1975, n. 110, commesso 21 agosto 2017;
alla data in cui è stato emesso il provvedimento impugnato il ricorso per cassazione sopra indicato era stato già deciso e dichiarato inammissibile con ordinanza Sez. 7, n. 50596 de 12/10/2023, NOME, n.m.;
ne consegue che, pur aderendo alla prospettazione del ricorrente sull’errore commesso dal giudice del merito nella individuazione della sentenza impugnata, l’accoglimento del motivo non gli recherebbe alcun beneficio perché nel frattempo il ricorso n. 26929 del 2023 è stato dichiar inammissibile;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento, nonché al versamento in favore della Cassa delle ammende di una somma determinata, in via equitativa, nella misura indicata in dispositivo;
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 22 febbraio 2024.