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Ricorso inammissibile: condanna alle spese processuali

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza del Tribunale di Milano. La decisione è stata presa con una procedura semplificata, senza udienza formale, come previsto dalla legge. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di quattromila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 8 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Condanna alle Spese

Quando un ricorso inammissibile viene presentato davanti alla Corte di Cassazione, le conseguenze per il proponente possono essere significative, non solo in termini di esito del giudizio ma anche dal punto di vista economico. Un’ordinanza recente della Suprema Corte chiarisce l’applicazione della procedura semplificata e le sanzioni previste in questi casi, offrendo spunti importanti sulla gestione delle impugnazioni penali.

I Fatti del Caso: L’Impugnazione Davanti alla Suprema Corte

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dal Tribunale di Milano in data 16 dicembre 2024. Il ricorrente, attraverso il suo legale, ha tentato di contestare la decisione del giudice di merito, portando la questione all’attenzione del più alto grado di giurisdizione.

La Decisione della Corte: Dichiarazione di Inammissibilità del Ricorso

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con ordinanza del 2 aprile 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, ma si ferma a una valutazione preliminare sulla sussistenza dei requisiti necessari per l’impugnazione. La conseguenza diretta di tale pronuncia è stata la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di 4.000 euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: La Procedura Semplificata per il Ricorso Inammissibile

La Corte ha basato la sua decisione sull’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa norma prevede un modello procedimentale specifico e semplificato, noto come rito “de plano”, per la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi presentati contro le sentenze di applicazione della pena su richiesta delle parti (il cosiddetto “patteggiamento”).
In questi casi, la legge consente alla Corte di decidere senza le formalità di un’udienza pubblica, basandosi esclusivamente sugli atti. Lo scopo è quello di accelerare la definizione dei processi manifestamente infondati o privi dei presupposti di legge.
La condanna al pagamento della sanzione pecuniaria, inoltre, trova fondamento nel principio consolidato secondo cui, in assenza di prove che dimostrino una colpa non attribuibile al ricorrente, la presentazione di un’impugnazione inammissibile comporta tale sanzione. La Corte ha richiamato a tal proposito una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 186 del 2000), che ha stabilito i contorni di questa responsabilità processuale.

Le Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La pronuncia in esame ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’impugnazione è un diritto da esercitare con diligenza e consapevolezza dei requisiti di ammissibilità. La presentazione di un ricorso inammissibile non solo non produce l’effetto sperato di una revisione della sentenza, ma comporta anche conseguenze economiche rilevanti per il ricorrente. La condanna alle spese e alla sanzione a favore della Cassa delle ammende rappresenta un deterrente contro l’abuso dello strumento processuale e mira a garantire l’efficienza del sistema giudiziario, evitando di sovraccaricare la Corte di Cassazione con impugnazioni prive di fondamento giuridico.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Il ricorso non viene esaminato nel merito e la sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Perché in questo caso la Corte ha deciso senza un’udienza formale?
La Corte ha applicato una procedura semplificata, detta “de plano”, prevista dall’art. 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale. Questa procedura è specificamente contemplata per la dichiarazione di inammissibilità dei ricorsi contro sentenze di applicazione della pena (patteggiamento).

A quanto ammonta la sanzione e perché è stata applicata al ricorrente?
La sanzione ammonta a quattromila euro. È stata applicata perché la presentazione di un ricorso inammissibile comporta questa conseguenza economica, a meno che il ricorrente non dimostri di non avere colpa nella proposizione dell’impugnazione, circostanza che la Corte non ha ravvisato nel caso di specie.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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