Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di una Condanna alle Spese
L’esito di un procedimento giudiziario può dipendere non solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal rigoroso rispetto delle regole procedurali. Un esempio emblematico è il caso di un ricorso inammissibile dinanzi alla Corte di Cassazione, una situazione che comporta conseguenze significative per la parte che lo ha promosso. Analizziamo un’ordinanza della Suprema Corte che illustra chiaramente questo principio.
I Fatti del Caso in Analisi
Il caso trae origine da un ricorso presentato dinanzi alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 11 giugno 2024. La parte ricorrente, evidentemente insoddisfatta della decisione di secondo grado, ha cercato di ottenere un riesame dalla Suprema Corte, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento.
La Decisione sul Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunitasi in udienza il 31 marzo 2025, ha esaminato il ricorso. L’esito, tuttavia, non è stato favorevole al ricorrente. Con una sintetica ordinanza, i giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non entra nel merito della questione, ma si ferma a un livello preliminare, bloccando di fatto l’accesso al giudizio di legittimità. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Le Motivazioni
L’ordinanza in esame è di tipo “de plano”, ovvero non articola le specifiche ragioni che hanno portato a dichiarare l’inammissibilità del ricorso. Tuttavia, possiamo delineare le cause generali che conducono a una simile pronuncia. Un ricorso in Cassazione è considerato inammissibile quando, ad esempio:
* Mancanza dei motivi specifici: L’atto non indica in modo chiaro e preciso le violazioni di legge o i vizi di motivazione che si intendono contestare alla sentenza impugnata.
* Proposizione di questioni di fatto: La Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Non può rivalutare i fatti del processo, ma solo verificare la corretta applicazione della legge. Un ricorso che tenta di ottenere una nuova valutazione delle prove è inammissibile.
* Tardività: Il ricorso è stato presentato oltre i termini perentori stabiliti dalla legge.
* Mancanza di interesse: La parte ricorrente non ha un interesse concreto e attuale a ottenere la riforma della decisione impugnata.
La decisione della Corte sottolinea l’importanza di redigere un ricorso per Cassazione con estrema perizia tecnica, concentrandosi esclusivamente sulle questioni di diritto consentite in quella sede.
Le Conclusioni
Le implicazioni di una declaratoria di ricorso inammissibile sono duplici. In primo luogo, la sentenza impugnata diventa definitiva e irrevocabile, con tutte le conseguenze giuridiche che ne derivano. In secondo luogo, scatta una sanzione economica a carico del ricorrente, che deve farsi carico non solo delle spese del giudizio ma anche del pagamento di una somma a titolo sanzionatorio. Questa misura ha lo scopo di disincentivare la presentazione di appelli temerari o palesemente infondati, che sovraccaricano inutilmente il sistema giudiziario. La vicenda ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità e nel rispetto delle regole procedurali, la cui violazione può comportare costi significativi e la preclusione di ogni ulteriore esame della controversia.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’ dalla Corte di Cassazione?
Significa che la Corte non può esaminare il merito della questione perché l’atto di ricorso manca dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge. La valutazione si ferma a un livello procedurale preliminare.
Quali sono le conseguenze economiche per chi propone un ricorso inammissibile?
In base all’ordinanza, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata a pagare le spese processuali e una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.
La decisione della Corte d’Appello diventa definitiva dopo un’ordinanza di inammissibilità?
Sì. La dichiarazione di inammissibilità del ricorso impedisce che la sentenza impugnata venga riesaminata, rendendola così definitiva e non più contestabile.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 14683 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 14683 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 31/03/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME COGNOME nato a ROMA il 18/11/1979
avverso la sentenza del 11/06/2024 della CORTE APPELLO di ROMA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
OSSERVA
letto il ricorso proposto nell’interesse di COGNOME NOME avverso la sentenza in epigrafe;
ritenuto che il motivo di ricorso attinente alla mancata applicazione della ex
causa di non punibilità
art. 131-bis cod. pen. è privo di specificità nonché
manifestamente infondato, dal momento che non si confronta con la puntuale esposizione dei criteri adottati dai giudici di merito, che hanno valorizzato le
gravi modalità della condotta al fine di escludere la tenuità del fatto;
ritenuto che alla medesima conclusione si espone il secondo motivo di ricorso, attinente all’omessa esclusione della recidiva, che non si confronta con
la motivazione della sentenza impugnata, esaustiva e immune da vizi sindacabili in sede di legittimità;
ritenuto, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma
di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 31 marzo 2025
Il Consigliere COGNOME ensore
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