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Ricorso inammissibile: condanna alle spese processuali

La Corte di Cassazione, con ordinanza, ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Milano. Tale decisione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende, evidenziando le dirette conseguenze procedurali di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Le Conseguenze Economiche

Presentare un’impugnazione davanti alla Corte di Cassazione è un passo cruciale nel sistema giudiziario, ma cosa accade quando il ricorso viene giudicato non idoneo a essere esaminato nel merito? Un’ordinanza recente della Suprema Corte fa luce sulle conseguenze dirette di un ricorso inammissibile, che non si limitano alla sola conferma della decisione precedente, ma comportano anche significative sanzioni economiche per il proponente. Questo caso ci permette di analizzare le implicazioni procedurali e finanziarie che ogni ricorrente dovrebbe conoscere.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Milano in data 10 dicembre 2024. Il ricorrente, un individuo nato nel 1997, ha cercato di ottenere l’annullamento della decisione di secondo grado. Tuttavia, l’iter del suo ricorso si è interrotto bruscamente davanti alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte.

La Decisione della Corte: Le conseguenze del ricorso inammissibile

Con un’ordinanza emessa il 5 maggio 2025, la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione, di natura prettamente processuale, impedisce ai giudici di entrare nel merito della questione, ovvero di valutare se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno. L’inammissibilità scatta quando l’atto di impugnazione manca dei requisiti essenziali previsti dalla legge.

La conseguenza più immediata e tangibile di questa declaratoria è stata duplice:
1. Condanna al pagamento delle spese processuali: Il ricorrente è stato obbligato a rimborsare allo Stato i costi sostenuti per la gestione del procedimento.
2. Versamento alla cassa delle ammende: È stata disposta la condanna al pagamento di una somma pari a tremila euro in favore della cassa delle ammende, un ente che utilizza tali fondi per finanziare progetti di reinserimento sociale dei detenuti.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni fornite dalla Corte sono concise ma estremamente chiare. L’ordinanza stabilisce un principio automatico e consolidato nel nostro ordinamento: alla declaratoria di inammissibilità dell’impugnazione segue, come logica conseguenza, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma a titolo sanzionatorio. La Corte ha ritenuto ‘conforme a giustizia’ liquidare tale somma nella misura di tremila euro, basandosi su criteri equitativi e sulla natura del procedimento. Non è stata necessaria un’analisi approfondita dei motivi del ricorso, poiché la sua carenza di requisiti ha precluso ogni valutazione di merito.

Conclusioni

Questa pronuncia ribadisce un monito fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: l’impugnazione non è un tentativo da prendere alla leggera. Un ricorso inammissibile non solo non produce alcun risultato utile per il proponente, ma genera anche conseguenze economiche dirette e onerose. La decisione sottolinea l’importanza di affidarsi a una difesa tecnica competente, in grado di valutare scrupolosamente la sussistenza dei presupposti di legge per un ricorso, evitando così di incorrere in sanzioni che aggravano ulteriormente la posizione del condannato. La condanna alle spese e alla cassa delle ammende agisce come un deterrente contro impugnazioni dilatorie o manifestamente infondate, preservando l’efficienza del sistema giudiziario.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della cassa delle ammende.

A quanto ammonta la somma da versare alla cassa delle ammende in questo caso specifico?
Nell’ordinanza esaminata, la Corte ha condannato il ricorrente al versamento della somma di tremila euro in favore della cassa delle ammende.

Perché il ricorrente deve pagare anche le spese processuali?
La condanna alle spese processuali è una conseguenza diretta della soccombenza. Dichiarare inammissibile un ricorso equivale a una sconfitta processuale, e la legge pone a carico della parte soccombente i costi generati per l’attività giudiziaria.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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