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Ricorso inammissibile: condanna alle spese processuali

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 30 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze della condanna alle spese

Presentare un’impugnazione è un diritto fondamentale, ma è essenziale che l’atto rispetti precise regole procedurali. Quando ciò non avviene, si incorre in una declaratoria di ricorso inammissibile, una decisione che non solo preclude l’esame nel merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche per chi ha agito in giudizio. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre l’occasione per analizzare questo istituto e le sue implicazioni pratiche.

I fatti del caso

La vicenda processuale ha origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bologna. Il ricorrente, nato nel 1990, ha impugnato la decisione di secondo grado, portando la questione all’attenzione della Suprema Corte di Cassazione. Il procedimento si è svolto davanti alla Settima Sezione Penale, con udienza fissata per il mese di febbraio 2025.

La Decisione della Corte e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso e averne valutato i presupposti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha impedito ai giudici di entrare nel vivo della controversia e di valutare le ragioni del ricorrente. La conseguenza diretta e automatica di tale declaratoria, come stabilito nel dispositivo (P.Q.M.), è stata duplice: la condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento e, in aggiunta, il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le motivazioni

Sebbene l’ordinanza sia sintetica, le motivazioni della condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria sono radicate in un principio consolidato del nostro ordinamento processuale. La legge prevede che la parte che propone un’impugnazione dichiarata inammissibile debba farsi carico non solo dei costi generati dal procedimento, ma anche di una sanzione pecuniaria. Questa misura ha una duplice finalità: da un lato, sanzionare l’abuso dello strumento processuale, evitando ricorsi pretestuosi o palesemente infondati; dall’altro, ristorare l’amministrazione della giustizia per l’inutile dispendio di risorse causato da un’attività processuale che non poteva avere seguito. La Corte, nel decidere, applica una norma di legge che non lascia margini di discrezionalità: all’inammissibilità segue, di diritto, la condanna.

Le conclusioni

La decisione in esame ribadisce un principio fondamentale per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione. Un ricorso inammissibile non è un esito neutro, ma un errore procedurale con costi certi e significativi. È quindi cruciale, prima di intraprendere un’azione legale, affidarsi a un professionista esperto che possa valutare attentamente i presupposti di ammissibilità dell’impugnazione, per evitare non solo una delusione sul piano del merito, ma anche un aggravio economico che può rivelarsi pesante. La condanna alla Cassa delle ammende serve da monito per garantire la serietà e la fondatezza delle istanze presentate alla Suprema Corte, preservandone la funzione di organo di ultima istanza.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, in questo caso fissata in tremila euro, da versare alla Cassa delle ammende.

Perché si viene condannati a pagare una somma alla Cassa delle ammende?
La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende è una sanzione prevista dalla legge per l’aver introdotto un ricorso privo dei requisiti di ammissibilità, causando un inutile lavoro per il sistema giudiziario.

La decisione di condannare alle spese è discrezionale per il giudice?
No, in caso di inammissibilità del ricorso, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria è una conseguenza automatica prevista dalla legge e non una scelta discrezionale del collegio giudicante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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