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Ricorso inammissibile: condanna alle spese processuali

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si basa sulla corretta applicazione del potere discrezionale del giudice di merito nella valutazione del trattamento sanzionatorio. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Quando l’Appello viene Respinto dalla Cassazione

Quando si parla di giustizia, il percorso legale può essere lungo e complesso. Un passaggio cruciale è il ricorso alla Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio. Tuttavia, non tutti i ricorsi vengono esaminati nel merito. Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio di ricorso inammissibile, illustrando le ragioni di tale decisione e le sue severe conseguenze per il ricorrente. Analizziamo il caso per comprendere meglio i meccanismi procedurali e il ruolo della Suprema Corte.

I Fatti del Caso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un individuo contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Messina in data 17 febbraio 2025. L’oggetto del contendere, per quanto non specificato nei dettagli del reato, riguardava la valutazione del trattamento sanzionatorio applicato dai giudici di secondo grado. Il ricorrente, evidentemente insoddisfatto della pena inflitta, ha cercato di ottenere una revisione dalla Corte di Cassazione, contestando le modalità con cui la Corte d’Appello aveva esercitato il proprio potere decisionale.

La Decisione della Corte e il Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 17 giugno 2025, ha messo un punto fermo alla questione, dichiarando il ricorso inammissibile. Questa pronuncia significa che i giudici non sono entrati nel merito delle argomentazioni dell’appellante, poiché hanno ritenuto che il ricorso stesso mancasse dei presupposti necessari per essere giudicato. La conseguenza diretta è che la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva. Inoltre, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro da versare alla Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La motivazione della Suprema Corte è di natura prettamente procedurale e si concentra sul concetto di potere discrezionale del giudice di merito. Secondo i giudici di legittimità, la valutazione operata dalla Corte d’Appello riguardo alla sanzione era una “corretta estrinsecazione del potere discrezionale” che la legge le conferisce.

Per rafforzare questa posizione, la Corte ha richiamato un precedente orientamento giurisprudenziale (Cass. Pen. Sez. 6, n. 55107/2018), secondo cui il giudice non è tenuto a esaminare analiticamente tutti gli elementi di valutazione forniti dalle parti. È sufficiente, infatti, che indichi e motivi la propria decisione sulla base degli elementi ritenuti più rilevanti. Nel caso di specie, la Corte di Cassazione ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse adempiuto a questo onere, rendendo le critiche del ricorrente infondate e, di conseguenza, il suo appello inammissibile.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema giudiziario: la Corte di Cassazione non è un terzo grado di merito. Il suo compito non è quello di riesaminare i fatti, ma di garantire la corretta applicazione della legge (funzione nomofilattica). La valutazione delle prove e la determinazione della pena rientrano nel potere discrezionale dei giudici di primo e secondo grado, un potere che può essere censurato in Cassazione solo se esercitato in modo palesemente illogico, arbitrario o in violazione di legge.

Le conseguenze pratiche di un ricorso inammissibile sono significative. Oltre a rendere la condanna definitiva, comportano un onere economico aggiuntivo per il ricorrente, che deve farsi carico non solo delle spese del procedimento ma anche di una sanzione. Questo meccanismo funge da deterrente contro la presentazione di appelli pretestuosi o infondati, che finirebbero solo per congestionare ulteriormente il sistema giudiziario.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione perché l’atto di impugnazione non soddisfa i requisiti previsti dalla legge. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e non più modificabile.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria, che in questo caso specifico è stata fissata in 3.000 euro, da versare alla Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione può riconsiderare la pena decisa da un giudice di grado inferiore?
No, la Corte di Cassazione non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito riguardo alla determinazione della pena, a meno che la decisione impugnata non sia viziata da palese illogicità, arbitrarietà o violazione di legge. Come stabilito in questo caso, la corretta applicazione del potere discrezionale non è sindacabile in sede di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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