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Ricorso inammissibile: condanna alle spese processuali

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17769/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile, condannando il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La decisione chiarisce anche che la parte civile non ha diritto al rimborso delle spese legali se il suo contributo non è stato utile ai fini della decisione finale.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: le conseguenze economiche per chi impugna

Quando si presenta un’impugnazione in un processo, è fondamentale rispettare precisi requisiti di legge. Un ricorso inammissibile non solo impedisce al giudice di esaminare il merito della questione, ma comporta anche significative conseguenze economiche per il proponente. L’ordinanza n. 17769 del 2025 della Corte di Cassazione offre un chiaro esempio di queste conseguenze, stabilendo principi importanti anche riguardo alle spese della parte civile.

I fatti di causa

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Lecce. Il ricorrente, nato a Poggiardo nel 1980, ha impugnato la decisione di secondo grado del 26 febbraio 2024. All’udienza del 18 marzo 2025, la Settima Sezione Penale della Cassazione, dopo aver sentito la relazione del Consigliere e dato avviso alle parti, ha preso la sua decisione.

La decisione della Corte di Cassazione

La Corte ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso presentato come inammissibile. Questa decisione, di natura prettamente processuale, ha impedito ai giudici di entrare nel vivo delle argomentazioni difensive. La conseguenza diretta di tale pronuncia è stata duplice per il ricorrente.

Le conseguenze del ricorso inammissibile

La dichiarazione di inammissibilità ha comportato, come previsto dalla legge, la condanna del ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici:
1. Pagamento delle spese processuali: si tratta dei costi generali sostenuti dallo Stato per il procedimento giudiziario.
2. Versamento di una somma alla Cassa delle ammende: la Corte ha quantificato tale somma in tremila euro. Questa sanzione pecuniaria serve a scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o privi dei requisiti di legge.

Un aspetto interessante della decisione riguarda la posizione della parte civile. La Corte ha ritenuto che nulla fosse dovuto a titolo di rimborso spese alla parte civile costituita, in quanto il suo intervento non ha fornito alcun contributo utile alla decisione finale.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano su un consolidato orientamento giurisprudenziale, richiamato esplicitamente nell’ordinanza. La logica è che la condanna alle spese processuali e il versamento alla Cassa delle ammende sono una conseguenza automatica della declaratoria di inammissibilità del ricorso, agendo come deterrente contro l’abuso dello strumento processuale. Per quanto riguarda la parte civile, la Corte ha specificato che il diritto al rimborso delle spese legali non è automatico, ma è subordinato all’effettiva utilità del suo contributo difensivo. Se la parte civile non apporta elementi decisivi o utili al giudizio, non ha diritto al rimborso delle proprie spese legali, anche in caso di soccombenza della controparte.

Le conclusioni

In conclusione, questa ordinanza ribadisce due principi fondamentali della procedura penale. In primo luogo, un ricorso inammissibile non è privo di conseguenze, ma comporta sanzioni economiche precise e talvolta onerose per chi lo propone. In secondo luogo, il ruolo della parte civile e il suo diritto al rimborso spese sono strettamente legati all’efficacia e all’utilità del suo apporto al processo. Una lezione importante per chiunque intenda adire le vie legali: ogni passo processuale deve essere ponderato attentamente per evitare esiti sfavorevoli non solo sul piano del giudizio, ma anche su quello economico.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
La Corte non esamina il merito della questione e condanna la parte che ha presentato il ricorso al pagamento delle spese processuali e di una somma in denaro a favore della Cassa delle ammende.

L’appellante deve sempre pagare le spese della parte civile in caso di ricorso inammissibile?
No. Secondo questa ordinanza, basata su precedenti sentenze, nulla è dovuto per le spese della parte civile se questa non ha fornito un contributo utile alla decisione della Corte.

Oltre alle spese processuali, quali altre somme può essere condannato a pagare chi presenta un ricorso inammissibile?
Può essere condannato al pagamento di una somma di denaro, a titolo sanzionatorio, in favore della Cassa delle ammende. In questo caso specifico, la somma è stata fissata in tremila euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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