Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi e Conseguenze
Presentare un’impugnazione in Corte di Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma non tutti i tentativi hanno successo. Un’ordinanza recente ci offre uno spunto per analizzare cosa accade quando viene dichiarato un ricorso inammissibile. Questo esito non solo pone fine al percorso giudiziario, ma comporta anche precise conseguenze economiche per chi ha proposto l’appello. Analizziamo insieme un caso concreto per capire meglio la dinamica e gli effetti di una tale decisione.
I Fatti del Caso
Un soggetto, condannato con una sentenza emessa dal Tribunale di Bergamo in data 14 febbraio 2025, decideva di contestare tale decisione proponendo ricorso dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione. L’obiettivo era, presumibilmente, ottenere l’annullamento o la riforma della sentenza di primo grado. L’appello veniva quindi sottoposto al vaglio dei giudici di legittimità per verificarne, prima di tutto, i requisiti di ammissibilità.
La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile
La Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha emesso un’ordinanza con cui ha dichiarato il ricorso inammissibile. La decisione è stata presa con una procedura semplificata, nota come de plano, che non ha richiesto una pubblica udienza. Questo tipo di procedura viene spesso adottato quando le ragioni dell’inammissibilità appaiono manifeste e non richiedono un’ulteriore discussione tra le parti.
La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata duplice. In primo luogo, la sentenza del Tribunale di Bergamo è diventata definitiva. In secondo luogo, il ricorrente è stato condannato a sostenere dei costi aggiuntivi come sanzione per aver adito la Corte con un ricorso privo dei presupposti di legge.
Le Motivazioni della Decisione
L’ordinanza non entra nel dettaglio delle ragioni specifiche che hanno portato alla dichiarazione di inammissibilità, poiché si tratta di un provvedimento sintetico. Tuttavia, un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per diverse ragioni, come la tardività della presentazione, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge (ad esempio, violazione di legge o vizio di motivazione), o la proposizione di questioni che attengono al merito dei fatti, non riesaminabili in sede di legittimità. La scelta della procedura de plano suggerisce che i motivi del ricorso erano palesemente infondati o non rientravano tra quelli consentiti per un appello in Cassazione, rendendo superflua ogni ulteriore discussione.
Le Conclusioni: le Conseguenze Economiche dell’Inammissibilità
La declaratoria di inammissibilità non è priva di conseguenze. L’ordinanza, infatti, ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. Oltre a ciò, è stata disposta la condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria ha una duplice funzione: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o dilatori che appesantiscono il lavoro della Corte; dall’altro, finanziare progetti volti al miglioramento del sistema penitenziario e al reinserimento sociale dei condannati. In definitiva, la vicenda sottolinea come l’accesso alla giustizia debba essere esercitato con responsabilità, poiché la presentazione di un ricorso inammissibile comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche un aggravio di costi per il proponente.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte di Cassazione non esamina il merito della questione perché il ricorso non possiede i requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere giudicato.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
La parte che ha presentato il ricorso viene condannata a pagare le spese del procedimento e a versare una sanzione pecuniaria, in questo specifico caso pari a 3.000 euro, alla Cassa delle ammende.
Cosa implica la procedura ‘de plano’ utilizzata in questo caso?
Implica che la Corte ha preso la sua decisione basandosi unicamente sugli atti scritti, senza la necessità di una pubblica udienza. Questa procedura semplificata è riservata ai casi in cui l’inammissibilità del ricorso è evidente.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24654 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24654 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 20/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOME nato il 04/02/1998
avverso la sentenza del 14/02/2025 del TRIBUNALE di BERGAMO udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
e
letto il ricorso proposto nell’interesse di NOME COGNOME avverso la sentenza in epigrafe;
esaminati gli atti e il provvedimento impugnato;
esaminato l’unico motivo di ricorso;
considerato che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile con procedura
de plano perché il motivo proposto non è consentito in relazione
alla tipologia di sentenza impugnata. In tema di patteggiamento, è, invero, inammissibile il ricorso per cassazione avverso la sentenza applicativa della
pena con cui si deduca il vizio di motivazione in relazione alla determinazione della pena, atteso che l’art. 448, comma 2-bis, cod. proc. pen. limita
l’impugnabilità della pronuncia alle sole ipotesi di violazione di legge in esso tassativamente indicate e la pena è stata concordata tra le parti (Sez. 6, n.
1032 del 07/11/2019, COGNOME, Rv. 278337);
ritenuto che il ricorso deve pertanto essere dichiarato inammissibile con procedura de plano, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 20 giugno 2025
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