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Ricorso inammissibile: condanna alle spese processuali

La Corte di Cassazione ha esaminato un ricorso avverso un’ordinanza del Tribunale di Sorveglianza di Bologna. La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, condannando di conseguenza il proponente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende. Questa decisione sottolinea le conseguenze di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 24 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e la Condanna alle Spese

Recentemente, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza che ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: le conseguenze di un ricorso inammissibile. Il caso in esame, pur nella sua sinteticità, offre spunti importanti sui rischi legati a un’impugnazione che non rispetta i presupposti richiesti dalla legge. Un soggetto aveva proposto ricorso contro una decisione del Tribunale di Sorveglianza, ma la Suprema Corte ha chiuso la porta a ogni discussione nel merito, applicando le sanzioni previste.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale ha origine da un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna in data 19 novembre 2024. Avverso tale provvedimento, un soggetto nato a Sondrio nel 1950 ha deciso di proporre ricorso per Cassazione. Il caso è stato assegnato alla Settima Sezione Penale della Suprema Corte, che ha fissato l’udienza per la discussione nel giugno del 2025.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

All’esito dell’udienza, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere incaricato, la Corte di Cassazione ha emesso la sua decisione. Il verdetto è stato netto e perentorio: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria non è stata priva di conseguenze per il ricorrente. La Corte, infatti, ha contestualmente disposto:

1. La condanna del ricorrente al pagamento di tutte le spese processuali sostenute.
2. Il versamento di una somma pari a tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Questa decisione, presa il 5 giugno 2025, chiude definitivamente la questione, confermando l’impossibilità di procedere a un esame di merito dell’impugnazione.

Le Motivazioni della Condanna

Il provvedimento della Cassazione, essendo un’ordinanza di inammissibilità, non entra nel dettaglio delle ragioni di merito che avrebbero potuto sostenere il ricorso. La motivazione della condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria risiede interamente nella stessa declaratoria di inammissibilità. Secondo il nostro ordinamento processuale, quando un’impugnazione viene giudicata inammissibile, la legge prevede che la parte privata che l’ha proposta debba farsi carico non solo dei costi del procedimento che ha inutilmente attivato, ma anche del versamento di una somma a titolo sanzionatorio. Tale sanzione ha una duplice funzione: da un lato, scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori; dall’altro, contribuire al finanziamento della Cassa delle ammende, che supporta progetti per il sistema penitenziario.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La pronuncia in esame è un chiaro monito sull’importanza di valutare attentamente i presupposti di ammissibilità di un ricorso prima di presentarlo. Un ricorso inammissibile non solo non porta ad alcun risultato utile per il proponente, ma comporta anche conseguenze economiche dirette e significative. La condanna al pagamento delle spese processuali e della sanzione pecuniaria non è una formalità, ma una misura concreta volta a preservare l’efficienza del sistema giudiziario, evitando che le Corti superiori siano gravate da impugnazioni prive dei requisiti minimi di legge. Pertanto, questa ordinanza rafforza il principio di responsabilità processuale, ricordando a tutti gli operatori del diritto e ai cittadini che l’accesso alla giustizia deve essere esercitato in modo consapevole e corretto.

Cosa ha deciso la Corte di Cassazione riguardo al ricorso presentato?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Quali sono state le conseguenze economiche per la persona che ha presentato il ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Da quale tribunale proveniva la decisione originale impugnata?
La decisione impugnata era un’ordinanza emessa dal Tribunale di Sorveglianza di Bologna.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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