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Ricorso inammissibile: condanna alle spese processuali

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 10/01/2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Venezia. A seguito di tale decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento di una somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende, confermando così la definitività della sentenza di secondo grado.

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Pubblicato il 21 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione e la condanna alle spese

Quando un ricorso inammissibile viene presentato davanti alla Corte di Cassazione, le conseguenze per il proponente possono essere significative, non solo dal punto di vista processuale ma anche economico. Un’ordinanza emessa di recente dalla Suprema Corte ci offre lo spunto per analizzare cosa accade quando un’impugnazione non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, portando alla sua immediata reiezione e a sanzioni pecuniarie.

I Fatti del Caso

La vicenda processuale trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Venezia in data 8 aprile 2024. L’imputato, nato nel 1993, ha deciso di impugnare la decisione di secondo grado, portando il caso all’attenzione della Corte di Cassazione. Il procedimento è stato assegnato alla Settima Sezione Penale per la trattazione.

La Decisione della Corte di Cassazione

Con un’ordinanza sintetica ma perentoria, datata 10 gennaio 2025, la Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. I giudici supremi, dopo aver ascoltato la relazione del Consigliere designato e dato avviso alle parti, hanno deciso senza entrare nel merito della questione. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile. La conseguenza diretta di questa declaratoria è stata la condanna del ricorrente al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni dietro un Ricorso Inammissibile

Anche se il testo dell’ordinanza non esplicita nel dettaglio le ragioni dell’inammissibilità, possiamo dedurle dalla prassi consolidata della Corte. Un ricorso inammissibile si verifica quando l’atto di impugnazione manca dei requisiti formali previsti dalla legge oppure quando i motivi addotti sono manifestamente infondati, non pertinenti o si limitano a riproporre le stesse questioni già valutate nei gradi di merito, senza individuare vizi di legittimità specifici nella sentenza impugnata. La condanna alla Cassa delle ammende non è una sanzione nel merito del reato, ma una conseguenza sanzionatoria di natura processuale, volta a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate che appesantiscono il sistema giudiziario.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione della Corte di Cassazione ha due implicazioni fondamentali. In primo luogo, la sentenza della Corte d’Appello di Venezia diventa definitiva e irrevocabile; ciò significa che la condanna (o l’assoluzione) contenuta in essa non può più essere messa in discussione. In secondo luogo, il ricorrente subisce una conseguenza economica diretta: oltre alle spese processuali, è tenuto a versare una somma significativa alla Cassa delle ammende. Questo caso sottolinea l’importanza di una valutazione attenta e professionale prima di intraprendere un ricorso in Cassazione, che deve basarsi su vizi specifici della sentenza e non su una generica contestazione del giudizio di merito.

Qual è stato l’esito del ricorso esaminato dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione con un’ordinanza.

Quali sono state le conseguenze economiche per la persona che ha presentato il ricorso?
Il ricorrente è stato condannato al pagamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa implica questa decisione per la sentenza della Corte d’Appello?
La dichiarazione di inammissibilità del ricorso rende la sentenza emessa dalla Corte d’Appello definitiva e non più impugnabile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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