Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Decisione della Cassazione
Quando si impugna una sentenza, è fondamentale rispettare precise regole procedurali. Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ci offre lo spunto per analizzare il concetto di ricorso inammissibile e le sue pesanti conseguenze economiche. Comprendere questi meccanismi è essenziale per chiunque si approcci al sistema giudiziario, poiché un errore formale può precludere l’esame del merito della propria causa e comportare sanzioni significative.
I Fatti del Caso in Analisi
Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un cittadino, avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Lecce in data 16 settembre 2024. L’obiettivo del ricorrente era ottenere un riesame e una potenziale riforma della decisione di secondo grado. Il procedimento è giunto quindi all’ultimo grado di giudizio di legittimità.
La Decisione della Suprema Corte e le Conseguenze del Ricorso Inammissibile
La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver ricevuto il ricorso e udita la relazione del Consigliere, ha emesso un’ordinanza con un esito netto e sfavorevole per il proponente. Il ricorso è stato dichiarato inammissibile.
Questa dichiarazione significa che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate; non hanno valutato se il ricorrente avesse ragione o torto sui fatti, ma si sono fermati a un controllo preliminare. Hanno riscontrato la mancanza dei presupposti legali necessari affinché il ricorso potesse essere esaminato, chiudendo di fatto la porta a qualsiasi ulteriore discussione. La conseguenza principale è che la sentenza della Corte d’Appello è diventata definitiva.
Le Motivazioni della Decisione
Sebbene l’ordinanza sia sintetica, la dichiarazione di inammissibilità implica che il ricorso presentava vizi che ne hanno impedito l’esame. In generale, un’impugnazione può essere ritenuta inammissibile per diverse ragioni, come la presentazione fuori termine, la mancanza di motivi specifici previsti dalla legge per il ricorso in Cassazione, o difetti nella forma dell’atto. In questo caso, la Corte ha ritenuto l’appello privo dei requisiti essenziali, portando a una decisione puramente processuale. La conseguenza diretta di tale valutazione è la condanna del ricorrente al pagamento non solo delle spese del procedimento, ma anche di una sanzione pecuniaria. L’ordinanza ha infatti stabilito il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, una misura che mira a sanzionare l’abuso dello strumento processuale e a scoraggiare impugnazioni dilatorie o manifestamente infondate.
Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche
La decisione in commento è un chiaro monito sull’importanza di preparare con la massima cura e competenza tecnica ogni atto di impugnazione. Presentare un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma genera conseguenze economiche rilevanti. Oltre a dover sostenere le proprie spese legali, il ricorrente si trova a pagare i costi dell’intero procedimento e una sanzione aggiuntiva. Questo caso sottolinea come il diritto di difesa e di impugnazione debba essere esercitato nel rigoroso rispetto delle norme procedurali, la cui violazione comporta la chiusura definitiva del caso e un aggravio di costi per la parte che ha agito in giudizio senza le dovute cautele.
Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione, ma ha respinto l’atto per la mancanza dei requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per la sua presentazione. La sentenza impugnata diventa così definitiva.
Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile?
In base all’ordinanza esaminata, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.
Perché viene imposta una sanzione pecuniaria come il versamento alla Cassa delle ammende?
Questa sanzione ha una duplice funzione: punire l’uso improprio dello strumento processuale e scoraggiare la presentazione di ricorsi palesemente infondati o dilatori, che sovraccaricano il sistema giudiziario senza reali possibilità di accoglimento.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 24840 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 24840 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: NOME COGNOME
Data Udienza: 20/06/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a NOVOLI il 21/05/1972
avverso la sentenza del 16/09/2024 della CORTE APPELLO di LECCE
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
n. 9611/25 Marcellino
OSSERVA
Visti gli atti e la sentenza impugnata (condanna per il reato di cui agli artt.
56 e 385 cod. pen.);
Ritenuto che l’unico motivo di ricorso, avente ad oggetto il vizio di
motivazione con riguardo alla mancata concessione della pena sostitutiva del lavoro di pubblica utilità, è manifestamente infondato dal momento che la
generica richiesta contenuta nelle conclusioni scritte presentate in appello non
è stata presentata da difensore munito di procura speciale;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve pertanto essere dichiarato
inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 20/06/2025