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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Torino. A seguito di questa decisione, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e a versare una sanzione pecuniaria di tremila euro alla Cassa delle ammende, confermando le conseguenze negative di un’impugnazione priva dei requisiti di legge.

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Pubblicato il 7 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze della Decisione della Cassazione

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione non rispetta i requisiti previsti dalla legge, il risultato non è solo il mancato esame nel merito della questione, ma anche l’imposizione di sanzioni economiche a carico del proponente. Analizziamo nel dettaglio questa pronuncia per comprendere meglio il funzionamento della giustizia e le responsabilità delle parti processuali.

I Fatti del Processo: Dall’Appello al Ricorso in Cassazione

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un soggetto avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Torino in data 10 giugno 2024. Non soddisfatto della decisione di secondo grado, l’imputato ha deciso di adire la Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, per cercare di ottenere una riforma della pronuncia a lui sfavorevole.

Il procedimento è giunto quindi all’udienza del 18 febbraio 2025 davanti alla Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione per la valutazione della legittimità del ricorso proposto.

La Decisione della Suprema Corte sul Ricorso Inammissibile

All’esito dell’udienza, la Corte di Cassazione ha emesso un’ordinanza con cui ha risolto la questione in modo netto e definitivo. Il dispositivo è lapidario: “Dichiara inammissibile il ricorso”.

Questa declaratoria ha comportato due conseguenze economiche dirette per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali, ovvero i costi sostenuti dallo Stato per la gestione del procedimento.
2. La condanna al versamento della somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La decisione evidenzia come un’impugnazione non possa essere un tentativo generico di rimettere in discussione una sentenza, ma debba fondarsi su motivi solidi e previsti dalla legge.

Le Motivazioni: Perché un Ricorso Inammissibile Comporta Sanzioni

Sebbene l’ordinanza non espliciti nel dettaglio le ragioni specifiche dell’inammissibilità, la condanna alla sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende è una conseguenza automatica prevista dal codice di procedura penale in questi casi. Il legislatore ha introdotto questa misura per disincentivare la presentazione di ricorsi palesemente infondati, dilatori o privi dei requisiti di forma e sostanza. L’obiettivo è duplice: da un lato, sanzionare l’abuso dello strumento processuale, che impegna inutilmente le risorse della giustizia; dall’altro, finanziare, attraverso la Cassa delle ammende, programmi volti al reinserimento sociale dei condannati.

La motivazione di tale sanzione risiede quindi nel principio di responsabilità processuale: chi attiva un grado di giudizio senza averne i presupposti deve farsi carico non solo delle spese, ma anche di una sanzione che contribuisce al buon funzionamento del sistema penale nel suo complesso.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La pronuncia in commento ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale penale: l’accesso ai mezzi di impugnazione non è incondizionato. Ogni ricorso, specialmente quello in Cassazione, deve essere redatto con rigore tecnico e basarsi su vizi specifici della sentenza impugnata. Un ricorso inammissibile non solo non ottiene il risultato sperato, ma si traduce in un costo economico significativo per chi lo propone. Per i cittadini e i loro difensori, questa decisione serve come monito sull’importanza di valutare attentamente l’opportunità e la fondatezza di un’impugnazione, per evitare di incorrere in sanzioni che aggravano ulteriormente la propria posizione processuale.

Cosa accade quando la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
La Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e, come in questo caso, al versamento di una somma di denaro a titolo di sanzione a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria in questo caso specifico?
Oltre al pagamento delle spese processuali, il ricorrente è stato condannato a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende.

Perché viene imposta una sanzione in caso di ricorso inammissibile?
La sanzione ha lo scopo di disincentivare ricorsi infondati o dilatori che impegnano inutilmente le risorse del sistema giudiziario. I fondi raccolti dalla Cassa delle ammende vengono poi utilizzati per finanziare programmi di reinserimento per i detenuti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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