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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma. A seguito di questa pronuncia di ricorso inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro a favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: le Conseguenze della Condanna

Presentare un ricorso in Cassazione è l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento, ma cosa accade quando l’impugnazione non supera il vaglio preliminare della Corte? Un’ordinanza recente ci offre un chiaro esempio delle conseguenze di un ricorso inammissibile, che comporta non solo la conferma della decisione impugnata, ma anche significative sanzioni economiche per il ricorrente.

I Fatti Processuali: Dall’Appello alla Cassazione

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma nel luglio del 2024. Il ricorrente, evidentemente insoddisfatto della decisione di secondo grado, ha cercato di ottenere una riforma della pronuncia, portando la questione all’attenzione dei giudici di legittimità.

La Decisione della Suprema Corte: un Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, dopo aver esaminato gli atti, ha emesso un’ordinanza tanto sintetica quanto perentoria. I giudici hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione implica che la Corte non è nemmeno entrata nel merito delle questioni sollevate dal ricorrente, fermandosi a una valutazione preliminare che ha evidenziato la mancanza dei requisiti necessari per procedere.

La conseguenza diretta e inevitabile di tale declaratoria è la condanna del ricorrente a sostenere due tipi di oneri economici:
1. Il pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato.
2. Il versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Condanna

L’ordinanza, nella sua brevità, non entra nel dettaglio delle specifiche ragioni che hanno portato a qualificare il ricorso come inammissibile. Tuttavia, la pronuncia stessa è la motivazione: un ricorso può essere dichiarato tale per svariati motivi procedurali, come il mancato rispetto dei termini, la carenza di motivi specifici previsti dalla legge per il ricorso in Cassazione, o altri vizi formali. La decisione di non esaminare il merito e di sanzionare il ricorrente discende direttamente dall’applicazione delle norme del codice di procedura penale, che mirano a scoraggiare impugnazioni dilatorie o palesemente infondate. La condanna alla Cassa delle ammende assume, quindi, anche una funzione sanzionatoria e deterrente.

Le Conclusioni e le Implicazioni Pratiche

La decisione della Cassazione ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso inammissibile non è un atto privo di conseguenze. Al contrario, comporta un esborso economico certo e significativo, che si aggiunge alla delusione per la mancata revisione della sentenza. Questa pronuncia serve da monito per chi intende adire la Suprema Corte: è essenziale che l’impugnazione sia fondata su solidi motivi di diritto e redatta nel pieno rispetto delle stringenti regole procedurali, al fine di evitare non solo una sconfitta processuale, ma anche una pesante sanzione economica.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base alla decisione, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro, in questo caso tremila euro, in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorrente deve pagare una somma alla Cassa delle ammende?
Il versamento alla Cassa delle ammende ha una natura sanzionatoria. Viene imposto quando il ricorso è dichiarato inammissibile per scoraggiare la presentazione di impugnazioni infondate o puramente dilatorie.

La Corte ha esaminato le ragioni del ricorrente nel merito?
No, la dichiarazione di inammissibilità significa che la Corte ha riscontrato un vizio preliminare (formale o sostanziale) che le ha impedito di esaminare il caso nel merito e di valutare le ragioni alla base dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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