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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso un’ordinanza della Corte d’Appello. A seguito di questa decisione, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: La Cassazione e le Conseguenze Economiche

Un ricorso inammissibile rappresenta una delle conclusioni più nette e severe nel percorso giudiziario. Non si tratta di una valutazione sul torto o sulla ragione nel merito della questione, ma di un filtro procedurale che blocca l’accesso a un ulteriore grado di giudizio. L’ordinanza in esame, emessa dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione, offre un chiaro esempio delle implicazioni di tale declaratoria, in particolare per quanto riguarda le sanzioni economiche a carico del ricorrente.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da un ricorso presentato da un individuo avverso un’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Roma in data 4 ottobre 2024. Il ricorrente ha deciso di impugnare tale provvedimento portando la questione dinanzi alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio nel nostro ordinamento. La Corte, dopo aver ricevuto il ricorso e sentito la relazione del Consigliere designato, ha proceduto alla decisione in camera di consiglio.

La Decisione della Corte sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 12 febbraio 2025, ha tagliato corto ogni discussione sul merito della vicenda. La decisione è stata lapidaria: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Questa declaratoria ha impedito ai giudici di entrare nel vivo delle argomentazioni difensive e di valutare la fondatezza delle censure mosse al provvedimento della Corte d’Appello. La conseguenza diretta e immediata di questa pronuncia è stata duplice e di natura prettamente economica.

In primo luogo, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali, un onere che grava sulla parte la cui iniziativa giudiziaria non ha avuto successo. In secondo luogo, e in aggiunta alle spese, la Corte ha inflitto al ricorrente una sanzione pecuniaria, condannandolo al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni

L’ordinanza in commento è estremamente sintetica e non esplicita le ragioni specifiche che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, è prassi della settima sezione penale della Cassazione, che svolge una funzione di ‘filtro’, emettere provvedimenti concisi in questi casi. In generale, le cause di inammissibilità di un ricorso in Cassazione sono tassativamente previste dalla legge e possono includere, ad esempio, la presentazione del ricorso fuori dai termini, la mancanza dei motivi specifici richiesti dalla legge, o la proposizione di censure che mirano a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità.
La condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende non è automatica, ma viene disposta dalla Corte quando l’inammissibilità è riconducibile a una colpa del ricorrente, come nel caso di ricorsi palesemente infondati o proposti senza la dovuta diligenza. La somma, determinata in via equitativa, ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di impugnazioni avventate che appesantiscono inutilmente il lavoro della Suprema Corte.

Le Conclusioni

La decisione analizzata ribadisce un principio fondamentale del diritto processuale: l’accesso all’impugnazione non è incondizionato, ma subordinato al rispetto di precise regole formali e sostanziali. La declaratoria di ricorso inammissibile non solo chiude definitivamente la porta a un riesame della vicenda, ma comporta anche conseguenze economiche significative. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione alla Cassa delle ammende funge da deterrente, sottolineando la necessità di ponderare attentamente la fondatezza e la correttezza formale di un ricorso prima di presentarlo alla Corte di Cassazione. Per il cittadino, ciò si traduce nella necessità di affidarsi a una difesa tecnica competente, in grado di valutare realisticamente le possibilità di successo ed evitare gli errori procedurali che possono portare a un esito così sfavorevole.

Cosa significa quando un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione perché il ricorso non rispettava i requisiti formali o sostanziali previsti dalla legge per poter essere discusso. L’appello viene quindi respinto per ragioni procedurali.

Quali sono le conseguenze economiche di un ricorso inammissibile in Cassazione?
Come stabilito in questa ordinanza, la parte che ha presentato il ricorso inammissibile viene condannata al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una sanzione pecuniaria (in questo caso, tremila euro) in favore della Cassa delle ammende.

La Corte di Cassazione ha esaminato il merito della questione?
No. La dichiarazione di inammissibilità ha impedito alla Corte di valutare se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno. La decisione si è fermata a un livello preliminare di controllo sulla correttezza procedurale del ricorso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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