LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione sottolinea che le valutazioni di merito, come quelle sulla personalità dell’imputato, non sono riesaminabili in sede di legittimità se prive di vizi logici. Di conseguenza, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione di 3.000 euro.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: la Cassazione Conferma e Condanna alle Spese

Un’ordinanza della Corte di Cassazione ha recentemente ribadito le conseguenze di un ricorso inammissibile, fornendo un chiaro esempio dei limiti del giudizio di legittimità. Quando un’impugnazione non supera il vaglio preliminare della Corte, le conseguenze per il ricorrente sono automatiche e onerose. Questo caso specifico riguarda un ricorso presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Roma, giudicato privo dei presupposti per essere esaminato nel merito.

Il Contesto del Ricorso

La vicenda trae origine da un ricorso presentato da un imputato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Roma. L’obiettivo del ricorrente era ottenere una rivalutazione di alcuni aspetti della decisione di secondo grado, in particolare quelli relativi alla sua personalità e alla gravità dei fatti contestati. Tali elementi sono cruciali nella determinazione della pena e delle relative circostanze.

Tuttavia, il tentativo di portare queste valutazioni all’attenzione della Suprema Corte si è scontrato con la natura stessa del giudizio di legittimità.

Le Valutazioni sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, nel dichiarare il ricorso inammissibile, ha chiarito un principio fondamentale del nostro sistema processuale. Il suo compito non è quello di riesaminare i fatti o di sostituire le proprie valutazioni a quelle dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello). Il giudizio di legittimità si concentra esclusivamente sulla corretta applicazione delle norme di diritto e sulla coerenza logica della motivazione della sentenza impugnata.

Nel caso di specie, i giudici hanno stabilito che le censure mosse dal ricorrente riguardavano proprio valutazioni di merito. Le considerazioni sulla personalità dell’imputato e sulla gravità dei fatti, operate dalla Corte d’Appello, non presentavano “evidenti vizi logici”. Di conseguenza, esse non potevano essere oggetto di una “diversa ed autonoma rivalutazione” in sede di Cassazione.

Le Conseguenze Economiche Previste dall’Art. 616 c.p.p.

La declaratoria di inammissibilità del ricorso attiva automaticamente le disposizioni dell’articolo 616 del Codice di Procedura Penale. Questa norma stabilisce che il ricorrente, la cui impugnazione non viene accolta per inammissibilità, deve essere condannato a due pagamenti:

1. Le spese processuali: i costi sostenuti dallo Stato per il procedimento.
2. Una somma in favore della cassa delle ammende: una sanzione pecuniaria la cui entità è determinata discrezionalmente dalla Corte in base alla natura del caso.

In questa ordinanza, la Corte ha ritenuto equo determinare tale somma in 3.000 euro.

Le Motivazioni della Decisione

Le motivazioni della Corte sono concise ma estremamente chiare. Il fulcro della decisione risiede nella distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. La Cassazione non è un “terzo grado” di giudizio dove si può ridiscutere l’intero processo. Le valutazioni fattuali, se logicamente argomentate dai giudici dei gradi precedenti, diventano definitive e insindacabili. Dichiarare un ricorso inammissibile significa riconoscere che le questioni sollevate esulano dall’ambito di competenza della Suprema Corte. La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria rappresenta una conseguenza diretta e obbligatoria di tale declaratoria, volta anche a disincentivare impugnazioni meramente dilatorie o palesemente infondate.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è un monito significativo sull’importanza di formulare ricorsi in Cassazione basati su solidi motivi di diritto o su vizi logici manifesti della motivazione. Tentare di ottenere una nuova valutazione dei fatti si traduce quasi inevitabilmente in una declaratoria di inammissibilità, con l’aggiunta di una condanna economica per il ricorrente. Questa decisione riafferma il ruolo della Corte di Cassazione come custode della legge e non come giudice del fatto, delineando chiaramente i confini invalicabili del suo sindacato.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione è dichiarato inammissibile?
In base all’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una somma pecuniaria in favore della cassa delle ammende.

Perché la Cassazione non ha riesaminato le valutazioni sulla gravità dei fatti?
Perché la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, non può effettuare una nuova e autonoma valutazione dei fatti del processo se le conclusioni dei giudici precedenti non sono affette da vizi logici evidenti.

Come viene determinata la somma da pagare alla cassa delle ammende?
La somma viene determinata in modo equo dalla Corte stessa, tenendo conto delle questioni dedotte nel ricorso. Nel caso specifico, è stata fissata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati