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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato da un imputato contro una sentenza della Corte d’Appello di Bari. A seguito della dichiarazione di ricorso inammissibile, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, rendendo così definitiva la precedente condanna.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile in Cassazione: Analisi di un’Ordinanza

L’ordinanza in esame offre uno spaccato chiaro e diretto su uno degli esiti più comuni e severi del processo penale: la dichiarazione di ricorso inammissibile da parte della Corte di Cassazione. Questo provvedimento, pur nella sua sinteticità, sottolinea l’importanza di redigere un’impugnazione nel pieno rispetto dei canoni formali e sostanziali previsti dalla legge, pena la chiusura definitiva del caso con ulteriori oneri economici per l’imputato.

La Vicenda Processuale

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Bari in data 14 dicembre 2023. L’imputato, sperando di ottenere una riforma della decisione a lui sfavorevole, si è rivolto alla Suprema Corte di Cassazione, l’ultimo grado di giudizio del nostro ordinamento. Tuttavia, il suo tentativo di contestare la condanna si è infranto contro un vaglio preliminare di ammissibilità.

La Decisione della Corte: il Ricorso Inammissibile

Con ordinanza del 2 luglio 2025, la Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha posto fine al percorso giudiziario del ricorrente. I giudici supremi, senza entrare nel merito delle questioni sollevate, hanno dichiarato il ricorso inammissibile.

Questa decisione comporta due conseguenze automatiche e gravose per il ricorrente:
1. La condanna al pagamento delle spese processuali sostenute dallo Stato.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

La declaratoria di inammissibilità, di fatto, rende la sentenza della Corte d’Appello irrevocabile, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di esecuzione della pena.

Le Motivazioni

L’ordinanza in commento è un provvedimento standardizzato e non esplicita le ragioni specifiche che hanno condotto alla declaratoria di inammissibilità. Tuttavia, possiamo analizzare le cause più frequenti che portano a un simile esito nel giudizio di legittimità. Un ricorso inammissibile può derivare da vizi di diversa natura. Tra i più comuni vi sono:

* Mancanza dei motivi specifici: Il ricorso non indica in modo chiaro e preciso quali norme di legge si assumono violate o quali vizi logici inficiano la motivazione della sentenza impugnata.
* Proposizione di censure di merito: Il ricorrente chiede alla Cassazione una nuova valutazione dei fatti o delle prove, un’attività preclusa al giudice di legittimità, il cui compito è solo verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza della motivazione.
* Genericità dei motivi: Le doglianze sono esposte in modo vago, astratto o ripetitivo rispetto ai motivi già presentati in appello, senza un confronto critico con la sentenza di secondo grado.
* Vizi formali: L’atto può essere presentato oltre i termini di legge o da un difensore non abilitato al patrocinio presso le giurisdizioni superiori.

La decisione di condannare il ricorrente al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende ha una funzione sanzionatoria e dissuasiva, volta a scoraggiare la presentazione di impugnazioni palesemente infondate o dilatorie che appesantiscono il lavoro della Suprema Corte.

Le Conclusioni

L’ordinanza analizzata ribadisce un principio fondamentale del nostro sistema processuale: l’accesso alla Corte di Cassazione è un rimedio eccezionale, non una terza istanza di giudizio. La dichiarazione di ricorso inammissibile non è un mero formalismo, ma la sanzione per non aver rispettato le regole d’accesso al giudizio di legittimità. Per gli operatori del diritto, ciò rappresenta un monito costante sulla necessità di redigere ricorsi tecnicamente impeccabili, focalizzati su reali violazioni di legge e vizi motivazionali, evitando di trasformare l’ultimo grado di giudizio in un’inutile replica dei precedenti. Per il cittadino, la vicenda evidenzia come un’impugnazione mal impostata non solo non produce risultati, ma comporta anche un aggravio di costi e la definitiva cristallizzazione della condanna.

Cosa succede se la Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile?
Se il ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non esamina il merito della questione. Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

Qual è la conseguenza principale della dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
La conseguenza principale è che la sentenza impugnata, in questo caso quella della Corte d’Appello, diventa definitiva ed esecutiva a tutti gli effetti.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria inflitta in questo caso?
Nel caso specifico esaminato dall’ordinanza, il ricorrente è stato condannato a pagare la somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, oltre al pagamento delle spese del procedimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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