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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione, con ordinanza del 17 giugno 2025, ha dichiarato un ricorso inammissibile presentato contro una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. La decisione ha comportato la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, confermando le severe conseguenze procedurali di un’impugnazione che non rispetta i requisiti di legge.

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Pubblicato il 26 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso inammissibile: quando la Cassazione chiude la porta

L’esito di un processo non sempre si conclude con una sentenza che decide ‘chi ha ragione e chi ha torto’ nel merito della questione. A volte, il percorso giudiziario si interrompe per ragioni procedurali, come nel caso di un ricorso inammissibile. Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha ribadito le conseguenze di un’impugnazione che non supera il vaglio preliminare di ammissibilità, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una significativa sanzione pecuniaria.

I fatti del caso: un appello contro la sentenza della Corte di Firenze

Il caso in esame ha origine da un ricorso presentato alla Suprema Corte di Cassazione da un cittadino avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze nell’ottobre del 2024. L’obiettivo del ricorrente era ottenere un riesame e una potenziale riforma della decisione presa in secondo grado. Tuttavia, il suo tentativo di portare il caso all’attenzione dei giudici di legittimità si è scontrato con un ostacolo puramente procedurale.

La decisione della Corte: il ricorso è inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, riunita in camera di consiglio il 17 giugno 2025, ha emesso un’ordinanza con cui ha posto fine al procedimento. I giudici, dopo aver sentito la relazione del Consigliere, hanno dichiarato il ricorso inammissibile. Questa declaratoria non entra nel vivo delle argomentazioni difensive, ma si ferma a un livello precedente, constatando la mancanza dei presupposti necessari affinché la Corte possa esaminare la fondatezza dei motivi di impugnazione.

Le motivazioni

L’ordinanza in commento è molto sintetica e non esplicita le specifiche ragioni che hanno portato a dichiarare il ricorso inammissibile. Tuttavia, in via generale, un’impugnazione può essere considerata tale per diverse cause, tutte previste dal codice di procedura. Tra le più comuni vi sono la presentazione del ricorso fuori dai termini di legge, la mancanza di motivi specifici che contestino la decisione impugnata, la proposizione di censure che riguardano il merito dei fatti (non consentite in Cassazione, che è giudice di legittimità e non di merito), o la carenza di legittimazione da parte di chi propone il ricorso. La decisione di inammissibilità, quindi, funge da filtro per garantire che solo le impugnazioni formalmente e sostanzialmente corrette arrivino al giudizio della Suprema Corte.

Le conclusioni

La conseguenza principale di un ricorso inammissibile è duplice e di natura prettamente economica. In primo luogo, la Corte ha condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali. In secondo luogo, e questa è la sanzione più afflittiva, lo ha condannato a versare la somma di tremila euro alla Cassa delle ammende. Questa sanzione pecuniaria è prevista proprio per scoraggiare la presentazione di ricorsi temerari o palesemente infondati, che contribuiscono a congestionare il sistema giudiziario. La decisione, pertanto, serve da monito: l’accesso alla giustizia è un diritto fondamentale, ma il suo esercizio deve avvenire nel rispetto rigoroso delle regole procedurali, pena l’imposizione di conseguenze economiche rilevanti.

Qual è stata la decisione della Corte di Cassazione nel caso specifico?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile.

Quali sono le conseguenze economiche per chi presenta un ricorso inammissibile?
La persona che ha presentato il ricorso è stata condannata a pagare sia le spese processuali sia una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Cosa significa in pratica che un ricorso viene dichiarato ‘inammissibile’?
Significa che la Corte non ha esaminato il merito della questione, ovvero non ha valutato se le ragioni del ricorrente fossero fondate o meno. Il ricorso è stato respinto in via preliminare perché privo dei requisiti formali o sostanziali richiesti dalla legge per poter essere giudicato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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