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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione si fonda sulla constatazione che il termine di prescrizione non era decorso al momento della pronuncia di secondo grado. Di conseguenza, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende, in applicazione dell’art. 616 del codice di procedura penale.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze Economiche per l’Imputato

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile. Quando un’impugnazione non supera il vaglio di ammissibilità della Suprema Corte, scattano sanzioni economiche precise a carico del proponente. Analizziamo questa decisione per comprendere meglio il meccanismo processuale e le sue implicazioni pratiche.

Il Percorso Giudiziario del Caso

La vicenda processuale ha origine da una sentenza di primo grado emessa in data 08/02/2021. Successivamente, la Corte d’Appello di Catanzaro si è pronunciata sul caso con una sentenza del 03/02/2025. L’imputato, non soddisfatto della decisione di secondo grado, ha proposto ricorso per Cassazione.

L’oggetto del contendere, per quanto si evince dall’ordinanza, sembra ruotare attorno al calcolo del termine massimo di prescrizione del reato. La difesa sosteneva implicitamente che tale termine fosse già spirato, ma la Cassazione ha rigettato questa lettura.

La Decisione della Cassazione: il Ricorso Inammissibile

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione, con l’ordinanza del 24 giugno 2025, ha tagliato corto, dichiarando il ricorso presentato dall’imputato semplicemente inammissibile. Questo significa che i giudici non sono entrati nel merito delle questioni sollevate, fermandosi a una valutazione preliminare che ha evidenziato la mancanza dei presupposti per un esame più approfondito.

La conseguenza diretta di tale declaratoria è duplice e severa:
1. La condanna del ricorrente al pagamento delle spese del procedimento.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro a titolo di sanzione pecuniaria in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte ha basato la sua decisione su una valutazione netta: il termine massimo di prescrizione non era ancora decorso al momento della pronuncia della sentenza di appello (03/02/2025). Venendo meno il presupposto su cui si fondava, verosimilmente, il ricorso, quest’ultimo è stato ritenuto privo di fondamento e quindi inammissibile.

La condanna alle spese e alla sanzione pecuniaria non è una scelta discrezionale, ma una diretta applicazione dell’articolo 616 del codice di procedura penale. Tale norma prevede che, in caso di inammissibilità o rigetto del ricorso, la parte privata che lo ha proposto sia condannata alle spese e al pagamento di una sanzione a favore della Cassa delle ammende. I giudici hanno ritenuto di non ravvisare alcuna ragione di esonero da tale condanna, fissando l’importo della sanzione in tremila euro.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: la presentazione di un ricorso in Cassazione non è un atto privo di conseguenze. Un’impugnazione deve essere fondata su motivi solidi e previsti dalla legge. Quando il ricorso risulta manifestamente infondato o proposto al di fuori dei casi consentiti, come in questa circostanza, si trasforma in un ricorso inammissibile.

La sanzione pecuniaria prevista dall’art. 616 c.p.p. ha una chiara funzione dissuasiva: scoraggiare la presentazione di ricorsi meramente dilatori o esplorativi, che intasano il sistema giudiziario senza avere reali possibilità di accoglimento. Per i cittadini e i loro difensori, questa decisione serve come monito a valutare con estrema attenzione i presupposti e le probabilità di successo prima di adire la Suprema Corte, per evitare di incorrere in significative spese aggiuntive.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
In base all’articolo 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto il ricorso viene condannata al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende.

A quanto ammonta la sanzione pecuniaria applicata in questo caso specifico?
La Corte di Cassazione ha condannato il ricorrente al pagamento di una somma di tremila euro a titolo di sanzione pecuniaria.

Qual era il motivo principale che ha portato alla dichiarazione di inammissibilità del ricorso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché, contrariamente a quanto implicitamente sostenuto, il termine massimo di prescrizione del reato non era ancora decorso al momento della sentenza di appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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