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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e sanzione

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 3.000 euro a favore della Cassa delle Ammende, data la colpa nella proposizione dell’impugnazione.

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Pubblicato il 23 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Sanzioni Pecuniarie

L’ordinanza in esame offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile in Cassazione. Quando un’impugnazione viene giudicata tale, non solo non si ottiene una revisione della decisione contestata, ma si va incontro a precise conseguenze economiche. La Corte Suprema, con questa pronuncia, ribadisce un principio fondamentale del nostro ordinamento processuale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità.

Il Contesto del Caso Giudiziario

I fatti processuali traggono origine da un ricorso presentato avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Catania in data 4 giugno 2024. Il ricorrente ha impugnato tale decisione dinanzi alla Corte di Cassazione, cercando di ottenere l’annullamento della pronuncia a lui sfavorevole. La Suprema Corte è stata quindi chiamata a valutare, in via preliminare, la sussistenza dei requisiti di ammissibilità dell’atto di impugnazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza numero 30670 del 2025, ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione ha impedito qualsiasi esame nel merito delle censure sollevate dal ricorrente. La declaratoria di inammissibilità ha comportato due importanti conseguenze economiche per il proponente:

1. Condanna al pagamento delle spese processuali: come da prassi, la parte la cui impugnazione viene respinta è tenuta a sostenere i costi del procedimento.
2. Condanna al versamento di una somma alla Cassa delle Ammende: la Corte ha inoltre inflitto una sanzione pecuniaria pari a 3.000 euro.

Questa seconda condanna non è automatica, ma viene disposta quando il giudice rileva una colpa da parte del ricorrente nel proporre l’impugnazione.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte, seppur sintetica come tipico delle ordinanze di questo tipo, è molto chiara nel suo principio di fondo. La decisione di dichiarare il ricorso inammissibile non è stata l’unica valutazione effettuata. I giudici hanno ritenuto che “non potendosi escludere profili di colpa nella sua proposizione”, fosse necessario applicare anche una sanzione pecuniaria.

Questo passaggio è cruciale: la Corte sanziona l’abuso dello strumento processuale. Presentare un ricorso senza un’adeguata valutazione dei presupposti di legge, o basato su motivi palesemente infondati, costituisce un comportamento negligente che appesantisce inutilmente il sistema giudiziario. La condanna al pagamento della somma in favore della Cassa delle Ammende ha quindi una duplice funzione: sanzionatoria per il singolo e deterrente per la collettività, scoraggiando la presentazione di appelli temerari.

Le Conclusioni

L’ordinanza analizzata è un monito per chiunque intenda impugnare un provvedimento giudiziario. Il diritto di difesa e di accesso a un grado superiore di giudizio è sacro, ma deve essere esercitato con perizia e diligenza. Un ricorso inammissibile non solo non porta al risultato sperato, ma si trasforma in un costo significativo. È quindi fondamentale affidarsi a un professionista legale che possa valutare con scrupolo le reali possibilità di successo di un’impugnazione, per evitare di incorrere in declaratorie di inammissibilità e nelle relative sanzioni economiche, che possono essere anche ingenti.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e la decisione impugnata diventa definitiva, senza che la Corte esamini il merito della questione.

Oltre alle spese processuali, possono esserci altre sanzioni?
Sì, la Corte può condannare il ricorrente al pagamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende. Nel caso di specie, la somma stabilita è stata di tremila euro.

Per quale motivo viene imposta una sanzione pecuniaria aggiuntiva?
La sanzione pecuniaria viene imposta quando la Corte riscontra profili di colpa nella proposizione del ricorso. Ciò accade quando l’impugnazione è presentata con negligenza, in assenza di motivi validi o in modo palesemente infondato, configurando un abuso dello strumento processuale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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