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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile avverso una sentenza della Corte d’Appello di Firenze. A causa della colpa attribuibile al ricorrente, viene confermata l’applicazione dell’art. 616 c.p.p., che prevede la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Le Conseguenze Economiche per Chi Impugna

Quando si decide di impugnare una sentenza, è fondamentale conoscere le regole procedurali per evitare conseguenze negative. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione chiarisce cosa accade in caso di ricorso inammissibile, sottolineando le responsabilità economiche a carico del ricorrente. Questo provvedimento conferma un principio consolidato: l’impugnazione non è un atto privo di conseguenze e, se esercitata senza i presupposti di legge, comporta costi significativi.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un ricorso presentato alla Corte di Cassazione contro una sentenza emessa dalla Corte d’Appello di Firenze. Il ricorrente, nato nel 1994, aveva impugnato la decisione del giudice di secondo grado. La Suprema Corte, riunitasi in camera di consiglio, ha esaminato i motivi del ricorso proposto.

La Decisione sul Ricorso Inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. Questa decisione non è entrata nel merito delle questioni sollevate, ma si è fermata a una valutazione preliminare, riscontrando la mancanza dei requisiti necessari per procedere a un esame più approfondito. La declaratoria di inammissibilità ha attivato automaticamente le disposizioni dell’articolo 616 del codice di procedura penale.

Le Conseguenze Economiche Previste dalla Legge

L’articolo 616 del codice di procedura penale stabilisce che, quando un ricorso viene dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto è condannata al pagamento delle spese del procedimento. Inoltre, la norma prevede il versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende. Questo secondo obbligo scatta quando l’inammissibilità è attribuibile a colpa del ricorrente, una presunzione che, secondo la giurisprudenza della Corte Costituzionale (sentenza n. 186 del 2000), non può essere esclusa in casi come quello di specie.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando come la condotta del ricorrente, nell’impugnare la sentenza, fosse connotata da un “giudizio di disvalore”. In altre parole, il ricorso è stato ritenuto non solo tecnicamente infondato, ma anche presentato in modo negligente o con argomentazioni palesemente insostenibili. Per questo motivo, i giudici hanno ritenuto di dover applicare la sanzione pecuniaria. La somma è stata fissata equitativamente in tremila euro, tenendo conto dei motivi addotti nel ricorso. La condanna alle spese processuali e al versamento alla Cassa delle ammende rappresenta una sanzione per l’abuso dello strumento processuale, volto a scoraggiare impugnazioni dilatorie o pretestuose.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale della procedura penale: l’accesso alla giustizia deve essere esercitato con responsabilità. La presentazione di un ricorso inammissibile non è un’azione neutra, ma comporta precise conseguenze economiche. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione a favore della Cassa delle ammende serve a tutelare l’efficienza del sistema giudiziario, sanzionando chi lo utilizza in modo inappropriato. Per i cittadini e i loro difensori, ciò significa che ogni impugnazione deve essere attentamente ponderata, basandosi su motivi solidi e giuridicamente validi per evitare di incorrere in pesanti sanzioni economiche.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile per colpa del ricorrente?
Il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende, come stabilito dall’art. 616 del codice di procedura penale.

Come viene determinata la somma da versare alla Cassa delle ammende?
La somma viene fissata dalla Corte in via equitativa, cioè valutando con giustizia ed equilibrio le circostanze del caso, come i motivi presentati nel ricorso. In questo specifico caso, è stata determinata in tremila euro.

È sempre prevista la condanna al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende in caso di inammissibilità?
Sì, quando l’inammissibilità è riconducibile a una colpa del ricorrente. La giurisprudenza, inclusa quella della Corte Costituzionale, ha chiarito che questa colpa si presume nella maggior parte dei casi di inammissibilità, rendendo la sanzione una conseguenza quasi automatica.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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