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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara un ricorso inammissibile a causa del comportamento del ricorrente, che presentava un precedente per furto e aveva violato ripetutamente le prescrizioni. Di conseguenza, il soggetto è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle ammende, come previsto dal codice di procedura penale.

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Pubblicato il 2 ottobre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze e Condanna alle Spese

Quando un’impugnazione in sede penale viene presentata senza i presupposti di legge, le conseguenze possono essere significative. Un’ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come la valutazione del comportamento del ricorrente possa portare a una dichiarazione di ricorso inammissibile, con la conseguente condanna al pagamento non solo delle spese processuali, ma anche di una sanzione pecuniaria. Analizziamo insieme questo caso per capire le ragioni dietro una decisione così netta.

I Fatti del Caso

Un soggetto proponeva ricorso in Cassazione avverso una sentenza emessa dalla Corte d’Appello. La Suprema Corte, prima di entrare nel merito delle questioni sollevate, ha proceduto a una valutazione preliminare sulla stessa ammissibilità dell’impugnazione, prendendo in considerazione alcuni elementi specifici relativi alla condotta e alla storia personale del ricorrente.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Corte ha deciso di non esaminare il contenuto del ricorso, dichiarandolo inammissibile. Questa decisione ha comportato due conseguenze economiche dirette per il ricorrente:

1. La condanna al pagamento delle spese del procedimento.
2. La condanna al versamento di una somma di tremila euro in favore della Cassa delle ammende.

Quando un ricorso è inammissibile e le sue conseguenze

La decisione si fonda sull’articolo 616 del codice di procedura penale. Questa norma stabilisce che, in caso di rigetto o di inammissibilità del ricorso, la parte privata che lo ha proposto è condannata al pagamento delle spese processuali. Inoltre, se il ricorso viene dichiarato inammissibile, il giudice può condannare il ricorrente anche al pagamento di una somma alla Cassa delle ammende, a meno che non vi siano cause di esonero.

Le Motivazioni: La Valutazione della Condotta del Ricorrente

La Corte di Cassazione ha basato la sua decisione su quelli che ha definito ‘plurimi elementi ostativi’. In particolare, sono stati evidenziati due fattori chiave:

* Un precedente penale per furto: La presenza di una condanna precedente ha pesato negativamente nella valutazione della Corte.
* La violazione ripetuta delle prescrizioni: Il ricorrente aveva dimostrato di non rispettare le misure che gli erano state imposte in precedenza, indicando una generale inaffidabilità.

Questi elementi, complessivamente considerati, hanno convinto i giudici che il ricorso fosse stato presentato senza la dovuta serietà e fondatezza, giustificando non solo la dichiarazione di inammissibilità ma anche la sanzione pecuniaria aggiuntiva. La condanna al versamento alla Cassa delle ammende non è automatica, ma viene disposta dal giudice tenendo conto delle circostanze del caso concreto, e in questa vicenda la condotta pregressa del ricorrente è stata determinante.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Decisione

Questa ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’accesso alla giustizia, in particolare al giudizio di legittimità, deve essere esercitato in modo responsabile. Un ricorso inammissibile non è un esito neutro. La legge prevede conseguenze economiche precise per scoraggiare impugnazioni pretestuose o dilatorie. La condanna alla Cassa delle ammende funge da deterrente, sanzionando chi abusa dello strumento processuale, specialmente quando il profilo del ricorrente presenta già elementi critici. La decisione, pertanto, serve da monito: prima di impugnare un provvedimento, è cruciale valutare attentamente la fondatezza delle proprie ragioni e la coerenza della propria condotta processuale e pregressa.

Cosa succede quando un ricorso viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali. Inoltre, la corte può condannarla al versamento di una somma di denaro alla Cassa delle ammende, come avvenuto in questo caso per un importo di tremila euro.

Per quali motivi specifici il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato ritenuto inammissibile a causa di ‘plurimi elementi ostativi’ relativi al ricorrente. In particolare, la Corte ha evidenziato un suo precedente penale per furto e la violazione ripetuta delle prescrizioni che gli erano state imposte in precedenza.

Cos’è la Cassa delle ammende e perché il ricorrente è stato condannato a versare una somma?
La Cassa delle ammende è un ente che finanzia progetti per la prevenzione del crimine e il reinserimento sociale dei condannati. La condanna al versamento di una somma, ai sensi dell’art. 616 del codice di procedura penale, è una sanzione pecuniaria che il giudice può imporre in caso di inammissibilità del ricorso, per penalizzare un uso improprio dello strumento dell’impugnazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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