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Ricorso inammissibile: condanna alle spese e multa

La Corte di Cassazione dichiara il ricorso inammissibile presentato da tre individui contro un’ordinanza della Corte d’Appello. A seguito della decisione, i ricorrenti sono stati condannati al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria di 4.000 euro ciascuno a favore della Cassa delle Ammende, poiché non sono stati riscontrati elementi per escludere la loro colpa nel determinare l’inammissibilità.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Ricorso Inammissibile: Conseguenze Economiche della Decisione della Cassazione

L’esito di un procedimento giudiziario non dipende solo dalla fondatezza delle proprie ragioni, ma anche dal rigoroso rispetto delle norme procedurali. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione ci offre un chiaro esempio delle conseguenze derivanti dalla presentazione di un ricorso inammissibile, evidenziando come un errore di procedura possa tradursi in significative sanzioni economiche. Analizziamo insieme i dettagli di questa decisione.

I Fatti del Caso

Tre individui avevano impugnato un’ordinanza emessa dalla Corte d’Appello di Napoli in data 14 novembre 2024, presentando ricorso presso la Suprema Corte di Cassazione. Il contenuto specifico dell’ordinanza impugnata non è oggetto della decisione in esame, la quale si concentra esclusivamente sugli aspetti procedurali del ricorso stesso.

La Decisione della Corte e il ricorso inammissibile

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in commento, ha dichiarato i ricorsi proposti come inammissibili. Questa declaratoria è stata adottata con una procedura semplificata, come previsto dall’articolo 610, comma 5-bis, del codice di procedura penale, che consente di decidere senza le formalità di un’udienza pubblica quando l’inammissibilità è palese.

La conseguenza diretta e automatica di un ricorso inammissibile è la condanna dei ricorrenti al pagamento delle spese del procedimento. Ma non è tutto. La Corte ha applicato anche l’articolo 616 del codice di procedura penale, che prevede un’ulteriore sanzione pecuniaria.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione sottolineando che all’inammissibilità del ricorso consegue, per legge, la condanna al pagamento delle spese processuali. Inoltre, richiamando una storica sentenza della Corte Costituzionale (n. 186/2000), i giudici hanno ribadito un principio fondamentale: la parte che propone un ricorso ha l’onere di farlo in modo corretto, e se l’atto risulta inammissibile per sua colpa, deve subirne le conseguenze economiche.

Nel caso di specie, la Suprema Corte non ha ravvisato elementi per ritenere che i ricorrenti avessero agito ‘senza versare in colpa’ nel determinare la causa di inammissibilità. Di conseguenza, oltre alle spese processuali, ha inflitto a ciascuno di essi la condanna al pagamento di una somma di 4.000,00 euro in favore della Cassa delle Ammende. L’importo è stato determinato discrezionalmente dai giudici, tenendo in considerazione le specifiche ragioni che hanno portato a qualificare il ricorso come inammissibile.

Le Conclusioni

Questa ordinanza ribadisce un messaggio molto chiaro per chiunque intenda adire la Corte di Cassazione: la precisione e il rispetto delle regole procedurali non sono un mero formalismo. La presentazione di un ricorso inammissibile non solo impedisce che le proprie ragioni vengano esaminate nel merito, ma comporta anche conseguenze economiche severe. La condanna al pagamento delle spese e della sanzione a favore della Cassa delle Ammende funge da deterrente contro impugnazioni presentate in modo superficiale o dilatorio, garantendo l’efficienza del sistema giudiziario e sanzionando l’abuso dello strumento processuale.

Cosa succede quando un ricorso in ambito penale viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la parte che lo ha proposto viene condannata al pagamento delle spese processuali e, in aggiunta, al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle Ammende.

Come viene stabilito l’importo da versare alla Cassa delle Ammende?
L’importo viene determinato dal giudice in modo discrezionale, tenendo conto delle specifiche ragioni che hanno causato l’inammissibilità del ricorso. Nel caso esaminato, la somma è stata fissata in 4.000,00 euro per ciascun ricorrente.

È possibile evitare la condanna al pagamento della somma alla Cassa delle Ammende?
In teoria sì, ma solo se si dimostra di non aver avuto colpa nel determinare la causa di inammissibilità del ricorso. Come precisa l’ordinanza, in assenza di elementi che suggeriscano una mancanza di colpa, la condanna è una conseguenza diretta della declaratoria di inammissibilità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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